Agenti della Polizia Penitenziaria hanno fatto un importante ritrovamento nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Sono stati trovati quattro panetti di hashish e uno smartphone legati ad una lenza da pesca. Gli oggetti erano sul terreno vicino al Reparto “Volturno” e al campo sportivo. Il ritrovamento è stato possibile grazie all’attenzione di un Agente Scelto in servizio, che ha notato un drone nella zona in cui sono stati trovati la droga e il telefono.
Secondo Mirko Manna della segreteria nazionale Fp Cgil Polizia Penitenziaria, non si conosce il numero esatto di telefoni scoperti nelle carceri italiane perché il Dap (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria) si rifiuta di fornire i dati alle organizzazioni sindacali e al pubblico. Questa omissione potrebbe avere senso se fosse finalizzata a mantenere una certa riservatezza, utile per contrastare l’uso dei telefoni nelle carceri. Tuttavia, dopo anni di notizie quotidiane di sequestri di telefoni nelle carceri, è evidente che l’amministrazione non è in grado di prevenire l’introduzione sistematica dei cellulari utilizzando le attrezzature tecnologiche richieste da tempo dal Corpo di Polizia Penitenziaria.
Secondo il sindacalista, l’uso dei telefoni nelle carceri non è solo un modo per rimanere in contatto con i propri cari, ma è anche uno strumento di controllo e sopraffazione dei detenuti più pericolosi nei confronti dei più deboli. Inoltre, è un pericoloso strumento per dare ordini o gestire traffici illegali all’esterno, permettendo ai detenuti di mantenere il proprio status criminale nonostante la detenzione.
Il carcere di Santa Maria Capua Vetere è stato teatro di numerosi sequestri di droga e cellulari, tanto che il Procuratore Pierpaolo Bruni e l’aggiunto Carmine Renzulli hanno lanciato l’allarme sul fatto che la struttura carceraria stia diventando un vero e proprio mercato dello spaccio.