Il triste destino dei senzatetto, dei migranti e degli anziani soli che restano soli anche dopo la morte. Le loro salme non vengono reclamate e le celle dell’obitorio si riempiono.
Sono gli invisibili, come indicato da La Città, vittima di un omicidio, probabilmente di nazionalità indiana; un detenuto che nessuno conosce; un senzatetto solo al mondo; un uomo del quartiere Carmine che si è spento in ospedale e, l’ultima in ordine di tempo, la giovane Margherita, deceduta in un incidente stradale avvenuto durante le festività di Ferragosto.
Questi corpi rimangono lì, e se non hanno parenti stretti rischiano di essere dimenticati, nella speranza che forse anche un parente lontano, mosso a pietà, si prenda cura di loro.
Spesso chi vive e muore in povertà non riceve assistenza dai familiari superstiti, perché a loro volta non hanno la possibilità economica di offrire una sepoltura ai loro cari.
E così ci sono persone “ospiti” dell’obitorio del nosocomio salernitano da otto mesi.

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