La giustizia in Italia è spesso lenta e complessa, come dimostra il caso dell’imprenditore Raffaele D’Angelo di Aversa. Tutto è iniziato nel 1997, quando è emersa un’indagine della Guardia di Finanza che ha rivelato una contabilità in nero nell’azienda Sipa, di cui D’Angelo era partner. Questo ha portato a una lunga serie di procedimenti legali, dalla commissione tributaria provinciale alla Corte di Cassazione.

La sentenza della Cassazione, pubblicata integralmente, è stata emessa il 2 agosto 2023, ben 27 anni dopo l’accertamento delle irregolarità. Durante tutto questo periodo, D’Angelo ha perso davanti alle diverse commissioni tributarie e ha presentato ricorso alla Cassazione. Tuttavia, sembra che la partita si sia chiusa con un accordo tra D’Angelo e l’Agenzia delle Entrate.

Nel 2022, la Cassazione ha rinviato la causa per consentire a D’Angelo di dimostrare di aver pagato il debito tributario di 285.124,98 euro. L’imprenditore ha raggiunto un’intesa con l’Agenzia delle Entrate per un pagamento dilazionato. Di conseguenza, la Corte ha dichiarato estinto il procedimento, 20 anni dopo l’inizio del contenzioso.

Questo caso evidenzia i tempi lunghi della giustizia civile in Italia e la complessità dei procedimenti legali. Speriamo che in futuro si possano adottare misure per accelerare i processi e rendere la giustizia più accessibile a tutti.

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