L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno ha espresso grande preoccupazione per la recente moria dei pesci nelle acque di Salerno e delle zone circostanti. L’istituto sta conducendo un’indagine approfondita per identificare le cause di questo fenomeno e proteggere l’ecosistema marino e la salute pubblica.
Le prime analisi dei campioni prelevati hanno rivelato che la presenza di pesci morti appartenenti alla specie alaccia è dovuta a un’infezione da microsporidi, parassiti la cui specie è ancora in fase di identificazione. Tuttavia, secondo Fabio Di Nocera, responsabile dell’Unità Operativa Semplice Ittiopatologia dell’Izsm, questa infezione non è trasmissibile all’uomo ed è già stata riscontrata in passato in alacce pescate in paesi mediterranei.
La diffusione dell’infezione potrebbe essere influenzata dalla temperatura e da altri fattori legati all’ecobiologia, al comportamento e all’immunità del pesce. Inoltre, è stato osservato che le alacce di piccola taglia sono più infette rispetto a quelle più grandi.
La mortalità dei pesci si estende da Eboli a Sapri, ma al momento non è ancora stata quantificata. Gli esami condotti presso i laboratori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno hanno confermato la diagnosi di microsporidiosi. Questo fenomeno, insieme alle colorazioni anomale dell’acqua causate dalla proliferazione di fitoplancton, evidenzia la stretta connessione tra ambiente e salute degli animali.
Antonio Limone, direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, sottolinea l’importanza di mantenere una rete di sorveglianza epidemiologica per comprendere scientificamente questi fenomeni. La collaborazione tra le attività diagnostiche dell’istituto e l’Asl di Salerno ha contribuito alla diagnosi di questa moria di pesci.