Ambulanze in attesa di poter scaricare i pazienti, temperature torride e polemiche che si accendono. Questa è la situazione che si verifica sempre più spesso davanti al pronto soccorso del Ruggi. Il caldo intenso favorisce l’afflusso di pazienti con problemi legati al caldo come disidratazioni, colpi di calore e svenimenti, ma anche altre patologie come coliche addominali e febbri. La combinazione tra l’ondata di caldo e l’afflusso giornaliero di pazienti sta mettendo in difficoltà il reparto di urgenza del Ruggi, che è già sovraccarico di accessi.

Le associazioni sollevano la questione di un cambio organizzativo al Ruggi, dove i mezzi di soccorso restano bloccati per ore, allungando i tempi di attesa delle ambulanze e lasciando scoperto il territorio del servizio di soccorso. Tuttavia, a fine maggio, è stato annunciato un accordo interaziendale tra il Ruggi e l’Asl, che prevedeva la disponibilità di posti letto per ricovero da parte dell’azienda sanitaria, al fine di decongestionare il reparto. Sarebbero dovute arrivare anche nuove assunzioni e la stabilizzazione dei contratti per il personale. Tuttavia, la situazione sembra non essere migliorata.

Da una parte ci sono le associazioni che sollevano la questione dell’organizzazione del reparto, dall’altra parte c’è la mancanza di personale e l’elevato numero di accessi che il Ruggi deve gestire. Il reparto risponde a circa 140mila accessi all’anno, con una mancanza di personale di oltre 25mila ore. Negli ultimi mesi si è tornati ai numeri pre-Covid, con una media di 300 accessi al giorno. Di conseguenza, i pazienti spesso rimangono in attesa per più di 72 ore, superando di gran lunga il limite massimo di 8 ore stabilito dal Ministero della Salute. Inoltre, si registra una presenza di pazienti in carico ai medici e agli infermieri triagisti superiore alla capacità del reparto.

Attualmente, si stima che tra il 33% e il 50% delle visite al pronto soccorso siano per pazienti non urgenti, generando un sovraffollamento che non può essere attribuito solo agli accessi impropri, ma anche alla difficoltà di inviare i pazienti che necessitano di ricovero nei reparti. La situazione è diventata insostenibile e le associazioni chiedono un intervento urgente per risolvere la situazione.

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