Palermo e Caivano, due tristi episodi che hanno fatto scalpore nei media, riguardano lo stupro. È giunto il momento di non considerarci vittime solo quando questi episodi accadono, ma di chiederci cosa possiamo fare ancora per garantire un futuro migliore ai giovani. Purtroppo, la società che abbiamo costruito è malata, e su questo non ci sono dubbi. I maggiori responsabili siamo stati noi stessi. Le famiglie non hanno svolto un ruolo centrale nell’educare quei giovani che commettono tali reati. Lo stupro è una violenza infame che colpisce le donne, un atto che porta la donna a vivere un dramma personale difficile da superare in breve tempo. A volte, sono necessari anni per ricostruire una vita. Anche l’amore, spesso, diventa impossibile da accettare.

Innanzitutto, è necessario educare i giovani sull’uso del web. Oggi i social media stanno diventando pericolosi per tutti. Internet è diventato un pericolo costante, dove le truffe ai danni dei cittadini sono innumerevoli. La rete deve essere protetta da un controllo che metta a tacere tutti i pericoli che comporta. Poi, ai giovani va insegnato il rispetto per la persona, un valore che negli ultimi anni è stato perso. Stupri, atti di bullismo, azioni criminali contro gli altri riempiono le pagine dei giornali. È necessaria un’azione energica nelle periferie delle grandi città, ma anche nei piccoli centri, dove spesso regna l’abbandono totale. Sono tutte aree in cui i giovani sono alla deriva e, spesso, commettono gravi reati perché mancano delle basi necessarie per vivere una vita sana.

Non dobbiamo amareggiarci quando le cose accadono, dobbiamo lavorare tutti insieme per prevenirle. Non possiamo continuare a ignorare situazioni che possono essere corrette se si mettono in atto azioni incisive. Fino ad ora abbiamo commesso degli errori, correggiamoci per poter correggere i giovani. La famiglia ha un ruolo centrale in tutto questo.

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