Molti italiani stanno vivendo la cosiddetta “sindrome da rientro dalle vacanze” in queste ore. Tuttavia, ci sono anche molti altri italiani che stanno affrontando gravi problemi a causa della cancellazione dei voli in tutta Europa. Questa situazione è stata causata da un malfunzionamento dei sistemi di controllo del traffico aereo nel Regno Unito lo scorso lunedì pomeriggio. Sono stati cancellati più di 1.200 voli e altri 200.000 hanno subito ritardi fino a 24 ore, influenzando tutti gli aeroporti europei e tutte le compagnie aeree del continente. Si stima che ancora centinaia di migliaia di passeggeri siano intrappolati in diverse parti d’Europa, dalla Bulgaria alla Spagna.

In Grecia, sull’isola di Skiathos, lunedì sera centocinquanta passeggeri che avevano un volo per Napoli programmato per le 22 con la compagnia aerea low-cost EasyJet hanno ricevuto una email di cancellazione. Tra di loro c’erano molte famiglie con bambini piccoli. La notizia si è diffusa sui social media con video e critiche per la mancanza di assistenza. I passeggeri che avevano lasciato le loro case vacanze e gli alberghi hanno dovuto non solo trovare nuovi alloggi, ma anche cercare altri voli con rotte non dirette verso Napoli. Ma già domenica 25 agosto si erano verificati gli stessi disagi sempre in Grecia: il volo da Corfù per Napoli non è decollato, prima ancora dell’inconveniente tecnico inglese. La stessa cosa è successa anche ai circa centottanta napoletani che tornavano da Ibiza, sempre lunedì. Arrivati in aeroporto e fatto il check-in, ai passeggeri viene annunciato un ritardo di due ore e alla fine il volo viene cancellato. Tutti si ritrovano in aeroporto, molti si accampano nell’attesa di partire il prima possibile senza sapere dove andare. “Ci hanno lasciato senza alcuna tutela”, racconta Giancarlo Arra, vice presidente di Sbarro Health Research Organization Usa-Italia, centro di ricerca internazionale fondato da Antonio Giordano, oncologo di fama internazionale. “Con la mia famiglia dovevo tornare a Napoli per impegni di lavoro, la nuova data del volo era programmata per il 4 settembre. Impossibile sia per me che per gli altri passeggeri”. “Ho visto persone piangere perché dovevano tornare a lavoro il giorno dopo”, aggiunge Arra, “altre erano disperate perché dovevano affrontare ulteriori spese per alloggio e per l’acquisto di altri biglietti aerei che in alta stagione possono arrivare a cifre considerevoli. C’erano bambini, disabili e persone anziane. Onestamente, è irresponsabile non prendersi cura dei passeggeri in un momento così delicato e in piena notte. Per tornare a casa abbiamo dovuto acquistare altri biglietti con uno scalo a Barcellona per la modica cifra di 2600 euro. A luglio è successa la stessa cosa, con lo stesso volo, ma fortunatamente è stato riprogrammato per il giorno successivo”.

Oltre ai problemi causati dal guasto dei sistemi di controllo del traffico aereo nel Regno Unito, la compagnia EasyJet ha segnalato anche problemi a Roma. Tra i voli che non hanno potuto essere operati figurano anche quelli con destinazione Napoli da Ibiza e da Skiathos. La compagnia aerea ha dichiarato di aver informato tempestivamente i passeggeri dei voli cancellati, offrendo loro la possibilità di cambiare il volo senza costi aggiuntivi o di ottenere un rimborso. Per coloro che avevano bisogno di un alloggio per la notte, è stata offerta una sistemazione in albergo o sono state fornite indicazioni su come richiedere un rimborso per coloro che si sono organizzati autonomamente. Nonostante queste circostanze siano indipendenti dalla loro sfera di controllo, la compagnia si scusa per i disagi causati e assicura che sta facendo tutto il possibile per ridurre al minimo l’impatto di questi disagi. La sindrome del rientro dovrà aspettare l’anno prossimo.

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