Dopo il fallito tentativo di irruzione nell’ex masseria di Francesco Schiavone, noto come Sandokan, le istituzioni stanno cercando di fare chiarezza sulla vicenda e prendere le misure necessarie per contrastare eventuali azioni intimidatorie. Ieri mattina si è tenuto un incontro in Prefettura a Caserta per discutere di ordine e sicurezza pubblica, convocato in seguito alla strana visita di tre banditi all’interno dell’immobile, che apparteneva precedentemente al capo del clan dei casalesi e ora è sotto sequestro penale. L’incontro istituzionale è stato necessario a causa del tentativo di irruzione da parte di tre persone, una delle quali armata, nell’ex masseria, che attualmente è stata convertita in un istituto scolastico di “Agraria” e sta ancora aspettando di essere inaugurata.

I tre uomini sono stati costretti a desistere dopo essere stati notati da un vigilante che osservava le telecamere di videosorveglianza. La mancanza di oggetti di valore all’interno dell’edificio, ancora in fase di lavori di ristrutturazione, ha fatto sorgere dei sospetti sulla vicenda. Nonostante l’ipotesi vandalica non sia esclusa, sembra più plausibile che si tratti di un atto intimidatorio. Il clamore causato dalla notizia di questo strano tentativo di irruzione, anche se non andato a buon fine, ha sollevato nuovamente la questione delicata della tutela dei beni confiscati alla camorra.

I vertici prefettizi, insieme al nuovo questore di Caserta e ai rappresentanti di tutte le forze di polizia del territorio, hanno assicurato maggiori controlli e un impegno massimo nell’attività di prevenzione, necessaria per la piena riqualificazione dei beni ottenuti attraverso attività illecite, che erano di proprietà di boss e affiliati all’organizzazione criminale del territorio. Il sindaco di Grazzanise, Enrico Petrella, ha fornito ulteriori dettagli riguardo agli argomenti discussi durante l’incontro in Prefettura. “Abbiamo sentito una forte vicinanza da parte delle istituzioni”, ha dichiarato il sindaco, “e siamo convinti che un maggiore pattugliamento della nostra zona dissuaderà ulteriori azioni, in particolare quelle volte a generare paura nella popolazione e mettere in pericolo i beni confiscati ai clan. Credo che la risposta dello Stato, attraverso la Prefettura, sia quella giusta per proteggere la comunità”. Rimane ancora un mistero il motivo dell’irruzione dei tre uomini in un cantiere edile in fase di allestimento.

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