L’incredibile storia di Alfred Dreyfus, raccontata nel film “L’Ufficiale e la Spia”, ci porta a ripercorrere la sua vera storia. Alfred Dreyfus, nato come il più giovane dei dieci figli di Raphaël Dreyfus, un industriale ebreo, trascorse i suoi primi anni di vita in Alsazia. Dopo la sconfitta francese nella guerra franco-prussiana nel 1871 e l’annessione dell’Alsazia all’Impero tedesco, la famiglia Dreyfus decise di trasferirsi in Francia, stabilendosi prima a Basilea e poi a Parigi.

Alfred entrò nella prestigiosa École polytechnique nel 1878 e successivamente divenne ufficiale d’artiglieria. La sua carriera militare proseguì con l’ammissione nel 1890 alla École de guerre. Nello stesso anno sposò Lucie Hadamard, con cui ebbe due figli.

Nel 1894, una lettera compromettente indirizzata a un ufficiale tedesco fu intercettata dall’ambasciata tedesca a Parigi. Questa lettera conteneva informazioni cruciali sulle forze armate francesi e la grafia della lettera ricordava quella di Dreyfus, portandolo ad essere rapidamente sospettato.

Tra pregiudizi e manipolazioni politiche, Dreyfus diventò il capro espiatorio perfetto. Nonostante le prove fossero chiaramente false, fu condannato all’ergastolo nel 1895 e inviato in prigione all’Isola del Diavolo, nella Guyana francese. Solo nel 1899, dopo una revisione del processo, la sua pena fu ridotta a 10 anni, ma poco dopo ricevette la grazia.

La completa riabilitazione di Dreyfus non arrivò fino al 1906, anche se la sua storia aveva attirato l’attenzione di tutto il paese. Reintegrato nell’esercito, gli effetti devastanti della prigionia lo portarono a essere messo in riserva un anno dopo. Tuttavia, con lo scoppio della Grande Guerra nel 1914, tornò in servizio, partecipando a diverse battaglie e raggiungendo il grado di tenente colonnello nel 1918. Per il suo servizio, fu riconosciuto come ufficiale della Legion d’onore.

La prigionia di Dreyfus e il suo processo causarono una vera e propria spaccatura nazionale in Francia. Mentre era in prigione, l’opinione pubblica era divisa in due schieramenti opposti: i dreyfusards, che vedevano nell’affaire un chiaro caso di antisemitismo, e gli antidreyfusards, composti principalmente da nazionalisti, antisemiti e militari. Figure di spicco come l’Imperatrice Eugenia presero parte al dibattito, contribuendo ulteriormente a polarizzare l’opinione pubblica.

La stampa giocò un ruolo cruciale nella formazione dell’opinione pubblica, con giornali come L’Aurore che pubblicò la famosa lettera aperta “J’accuse” dello scrittore Émile Zola.

Anche in Italia, la vicenda Dreyfus attirò grande attenzione, non solo per il possibile coinvolgimento dell’addetto militare italiano, ma anche per il coinvolgimento di Raniero Paulucci di Calboli, che raccolse una vasta quantità di materiale sull’argomento. Raniero Paulucci di Calboli, originario di Vallo della Lucania, ha sviluppato una passione per la scrittura e la cucina nel corso della sua vita. Si occupa di intrattenimento e gastronomia, mettendo sempre al primo posto la semplicità nella comunicazione, perché quando si leggono i suoi articoli, tutti devono sentirsi a casa.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui