“Alessandro poteva essere salvato”, affermano Katia e Nello, i genitori del 13enne che un anno fa ha perso la vita a Gragnano dopo essere caduto dalla finestra di casa. Il ragazzino era vittima di cyberbullismo e lo aveva scritto anche in un tema a scuola, ma ciò che lo ha spinto a un gesto estremo sono state una serie di bugie e inganni, in un sadico “gioco della menzogna” come lo definisce la mamma Katia, che lo hanno gettato nella disperazione. Un episodio scandito da una serie di messaggi WhatsApp che sono al vaglio degli inquirenti e che rivelano i tempi e le modalità di quanto accaduto. Un anno dopo, le indagini non sono ancora chiuse. I carabinieri di Gragnano e Castellammare di Stabia continuano ad indagare sotto il coordinamento della Procura di Torre Annunziata e della Procura per i Minorenni di Napoli. Alcuni adulti potrebbero avere un ruolo decisivo in tutta la vicenda e su queste possibili responsabilità si stanno concentrando le attività investigative.
“Alessandro”, racconta la mamma Katia, “ha mandato un ultimo messaggio alle 9:14 del mattino annunciando le sue intenzioni. C’erano due ore di tempo per salvarlo, ma non sono stata avvisata. Bastava una chiamata, un messaggio, sarei corsa a casa. Un abbraccio da parte mia avrebbe risolto tutto. Chi poteva salvarlo ha preferito il silenzio. L’unica telefonata è arrivata troppo tardi, alle 11:30. Mi dissero che Alessandro aveva avuto un malore, pensavo che fosse successo mentre tornava a casa dalla nonna”. In realtà, la situazione era drammaticamente diversa. I genitori di Alessandro si concentrano sui tempi, sui messaggi ricevuti e cancellati – oggetto di una perizia della Procura per recuperarli tutti, con il sospetto che siano stati eliminati per depistare le indagini – e su chi li ha scritti o addirittura suggeriti. Potrebbero nascondersi delle responsabilità in queste informazioni. In particolare, prestano attenzione alle ultime dieci righe dell’addio. Il messaggio è stato ritrovato sul telefono di Alessandro, a riceverlo è stata la sua fidanzatina coetanea. Si erano visti la sera prima con il gruppo di amici per festeggiare il suo onomastico con qualche giorno di ritardo e Alessandro aveva accettato controvoglia un passaggio a casa da un adulto dopo la festa. Da quel momento è iniziato il vortice dal quale il ragazzino non è più riuscito a uscire. Le indagini si concentrano su quelle ore, ma anche su episodi di bullismo di cui Alessandro era stato vittima nei mesi precedenti e che hanno fatto da sfondo a questa terribile vicenda. “Alessandro era un ragazzo speciale”, raccontano mamma Katia e papà Nello, “era pieno di sogni. A soli 13 anni aveva già in mente cosa fare da grande, diventare un cardiochirurgo e continuare a giocare a basket, il suo sport preferito. Quella sera, però, i suoi sogni sono stati spezzati”. Tre giorni fa, la famiglia ha ricordato Alessandro in modo privato, ma ovviamente sono stati tanti i messaggi dedicati a lui dagli amici e dai familiari. In particolare, lo zio Antonio ha scritto un lungo post su social per Ale: “È tutto più complicato, è tutto diverso adesso. Conserviamoci il ricordo più bello, di una notte d’estate a fare il bagno di notte tutti insieme, dove ci hai confessato i tuoi sogni. Desideri frantumati in una notte di un anno fa dove chissà quali pensieri ti hanno tormentato. Conserviamoci la voglia di stare sempre insieme, seppure non uno accanto all’altro”. La scuola media Roncalli-Fucini ha dedicato un post su Facebook ad Alessandro, citando le parole di don Paolo, parroco di San Leone a Gragnano: “Rimarremo per sempre con i piedi nelle tue scarpe e cammineremo sempre sulle tue orme. Non verso il baratro, ma in un giardino. Alla ricerca di quel segreto che abbiamo, anzi che siamo veramente. È l’unico posto dove memoria e affetto non finiscono mai: dentro l’anima”.