Una testimonianza sofferta. Durante un delicato incidente probatorio a porte chiuse, la piccola di 7 anni trovata da un passante lo scorso 30 luglio a rione Sant’Anna a Battipaglia, ha parlato poco. La bimba è stata trovata da sola in strada, impaurita, seminuda e con il labbro rotto. In tribunale, affiancata dalla psicoterapeuta Carla Narni Mancinelli, la bambina avrebbe dovuto raccontare in modalità protetta cosa è accaduto quella domenica pomeriggio. Le sue dichiarazioni già rese ai carabinieri della Compagnia di Battipaglia, in cui confessò di essere stata picchiata a colpi di cinghia dalla madre e dal nonno materno, sono oggetto di indagine. Entrambi i genitori e il nonno materno sono indagati a piede libero per maltrattamenti in famiglia, aggravati dall’uso di strumenti atti ad offendere e abbandono d’incapace. Tuttavia, durante l’incidente probatorio di ieri, la bambina ha dato segnali di grave sofferenza.

Dall’altra parte del vetro, nell’attigua aula, c’erano il giudice Giandomenico D’Agostino, il pubblico ministero Gianpaolo Nuzzo e gli avvocati delle parti coinvolte: l’avvocato penalista Giuseppe Russo per gli indagati e l’avvocato speciale Giancarla D’Urso per la minore. I genitori della bambina e il nonno materno erano presenti. La bimba, temporaneamente affidata alla zia paterna che l’ha accompagnata in tribunale, desiderava la presenza della madre e del padre. Più volte il giudice ha dovuto interrompere l’esame perché la bambina voleva andare dall’altra parte del vetro. Ora toccherà alla psicoterapeuta stilare una relazione sulla capacità testimoniale della minore, che ha reso dichiarazioni apparentemente confuse su quanto accaduto e che non ha pienamente confermato quanto riferito ai carabinieri il 30 luglio scorso. Il perito avrà 90 giorni per consegnare la consulenza che dovrà accertare la capacità della minore di testimoniare. L’incidente probatorio di ieri mattina rappresenta il primo passo di un’inchiesta coordinata anche dalla Procura del tribunale per i minorenni, che dovrà valutare anche la capacità genitoriale della madre e del padre della bambina. Entrambi rischiano la decadenza della responsabilità genitoriale. Nel fascicolo aperto dalla Procura del tribunale per i minorenni si parla di una gravissima inadeguatezza genitoriale, sia da parte della madre, che sembra essere direttamente coinvolta nelle condotte illecite di violenze fisiche insieme al proprio genitore, sia da parte del padre, che sembra essere complice, almeno sotto il profilo omissivo, delle condotte illecite di maltrattamento fisico e psicologico e di abbandono.

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