Le lacrime e lo sdegno non possono più bastare. Questo è ciò che afferma Francesco de Core, direttore, in un lucido editoriale in cui invita tutti a fare un vero esame di coscienza. Le recenti tragedie accadute a Caivano e a Napoli hanno suscitato un’ondata di emozioni, ma è necessario fare di più. Non possiamo permettere che questa mobilitazione si concluda solo con lacrime di coccodrillo. Le istituzioni nazionali si sono unite per cercare di ricostruire modelli virtuosi e contrastare la violenza urbana tra i giovani. Ma questa mobilitazione non basta per invertire la tendenza. È necessario abbandonare l’atteggiamento di assuefazione e noncuranza verso quello che sta accadendo tra i giovani, che ormai costituiscono l’esercito di riserva della camorra. Dobbiamo prendere responsabilità collettiva e combattere l’indifferenza di fronte a questi fatti gravissimi. I clan reclutano giovani criminali, che vengono gradualmente coinvolti nelle attività criminali. La diffusione di armi, droga e pornografia tra i giovani è favorita dall’indifferenza generale. Se non agiamo attivamente per contrastare questa situazione, ogni battaglia contro la violenza urbana sarà persa in partenza. La repressione arriva sempre troppo tardi. Le forze dell’ordine devono intervenire per prevenire l’adozione di comportamenti prepotenti da parte degli adolescenti. Possedere droga e armi, e comportarsi come una pornostar, sono i primi passi verso l’azione violenta, che viene poi confermata dai like sui social media. La condanna ufficiale di questi comportamenti criminali approfondisce il divario morale e culturale tra il mondo dell’illegalità e la società civile. Ma se la società civile continua a voltarsi dall’altra parte, mentre l’illegalità è ovunque, le lacrime di oggi saranno solo lacrime di coccodrillo.

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