Ancora una volta si verificano aggressioni nei confronti del personale di polizia penitenziaria presso la Casa Circondariale di Salerno. Tiziana Guacci, segretario regionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, ha denunciato l’ennesimo episodio di violenza: “Questa mattina, intorno alle ore 10:30, un detenuto si stava dirigendo verso la sala giudici avvocati quando improvvisamente un gruppo di detenuti ha cercato di aggredirlo. Prontamente, il poliziotto addetto alla sezione è intervenuto per difenderlo, ma purtroppo è stato ferito. È stato immediatamente trasportato all’ospedale vicino, dove gli è stata diagnosticata una contusione alla spalla con 30 giorni di prognosi”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, commenta che questa è la triste realtà quotidiana in cui opera il Corpo di Polizia Penitenziaria. “Non possiamo più andare avanti così: è un continuo stillicidio. Le carceri sono in mano ai delinquenti”. Capece mette sotto accusa la gestione delle carceri da parte dell’attuale Capo del DAP, Giovanni Russo: “La sua gestione è un fallimento totale. Non fa praticamente nulla, vive isolato dai ‘suoi’ uomini e non sappiamo nemmeno che faccia abbia, essendo evidentemente allergico al confronto con i Sindacati. Non ci incontra e non fa nulla, quando invece dovrebbe intervenire urgentemente sulla gestione dei detenuti stranieri, dei malati psichiatrici, della riorganizzazione degli istituti e della riforma della media sicurezza”.

È evidente che la situazione nelle carceri italiane sia ormai fuori controllo. Il personale penitenziario lavora in condizioni estremamente difficili, mettendo a rischio la propria incolumità ogni giorno. È indispensabile un intervento urgente da parte delle istituzioni competenti per garantire la sicurezza del personale e dei detenuti. Non possiamo permettere che le carceri siano in mano ai delinquenti, mettendo a repentaglio la società stessa. È necessario un cambiamento radicale nella gestione delle carceri e nell’approccio alla detenzione. Solo così potremo sperare in un futuro migliore per il sistema penitenziario italiano.

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