Processo “Aste Ok”: nuovi sviluppi nell’inchiesta sul Clan Partenio

Questa mattina si è svolta una nuova udienza presso il tribunale di Avellino per il processo derivante dall’inchiesta condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli, che ha indagato su un nuovo filone di illeciti legati al Clan Partenio. Dopo la pausa estiva, il processo è ripreso con la verifica delle trascrizioni dei verbali precedenti, un passo necessario richiesto dai difensori per verificare l’integrità di tutte le trascrizioni.

Successivamente è stato chiamato a testimoniare il luogotenente della Guardia di Finanza, che ha svolto indagini patrimoniali all’interno dell’inchiesta. Le indagini sono state condotte dal nucleo Pef di Napoli, che il 14 ottobre 2019 ha effettuato una serie di verifiche e perquisizioni presso gli uffici e le abitazioni degli imputati. Durante queste verifiche, le Fiamme Gialle hanno scoperto diversi titoli finanziari di proprietà di Armando Aprile, uno dei principali imputati nel processo “Aste Ok” e difeso di fiducia dall’avvocato Alberico Villani. Questi titoli hanno poi fornito informazioni sommarie che hanno contribuito a ricostruire ulteriori dettagli legati alle aste e alle procedure oggetto dell’inchiesta condotta dalla Dda di Napoli su alcuni imputati.

In aula sono stati analizzati i libri contabili e le transazioni economiche oggetto di indagine da parte degli organi inquirenti. In particolare, il luogotenente della Guardia di Finanza ha ripercorso le attività finanziarie di alcune ditte coinvolte nell’inchiesta. Il pm Henry John Woodcock ha chiesto l’acquisizione di tutta la documentazione. È importante sottolineare che durante il suo interrogatorio, il luogotenente ha riferito il contenuto di un’intercettazione telefonica in cui Aprile Armando Pompeo chiede alla sua interlocutrice se i 9.300 euro inviati sul conto della madre di quest’ultima siano stati ricevuti. Questi collegamenti sono fondamentali per comprendere i rapporti tra i vari imputati e anche tra i familiari, che agivano come punto di appoggio.

Il primo avvocato a interrogare il testimone è stato Claudio Botti, difensore di A.B. Il penalista ha approfondito la posizione del suo assistito, chiedendo al luogotenente delle verifiche fiscali effettuate sull’imputato. “Abbiamo acquisito l’estratto conto e effettuato gli accertamenti, comunicando le consulenze immobiliari delle attività, analizzando le singole vendite”, ha riferito il testimone. “In base ai dati da noi forniti, sono stati poi effettuati i sequestri”.

Successivamente è stato il turno dell’avvocato Carlo Taormina, difensore di Gianluca Formisano. Il penalista ha iniziato il controesame chiedendo al testimone quali fossero le prime operazioni sospette che hanno attirato l’attenzione degli investigatori. Il luogotenente ha dichiarato che la prima segnalazione è avvenuta nel settembre 2019: “Si trattava di un bonifico da 275mila euro. Sempre nel 2019, un’altra transazione da 130mila euro in partenza e successivamente stornati. La segnalazione è stata mandata in Procura per l’acquisizione, senza questo passaggio fondamentale non è consentito effettuare ulteriori accertamenti e, allo stato attuale delle cose, non abbiamo ancora svolto attività”.

Successivamente, il testimone ha risposto alle domande dell’avvocato Alberico Villani, difensore di Aprile Armando Pompeo. Il difensore ha interrogato il luogotenente sulle indagini iniziate nel 2019. Il testimone ha illustrato le indagini che hanno coinvolto il suo assistito, specificando che gli accertamenti riguardavano solo elementi d’interesse per le aste giudiziarie.

Infine, l’avvocato Carmine Anzalone, difensore di fiducia di Di Costanzo Giuseppe e Guerra Mario, ha ripreso i passaggi relativi alle aggiudicazioni e il luogotenente ha ribadito alcuni aspetti investigativi.

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