La sua morte è un’ulteriore conferma della grave situazione che stiamo vivendo, in cui i giovani sono vittime di una spirale di violenza senza fine. È necessario che tutte le istituzioni si uniscano per affrontare questo problema e cercare soluzioni concrete.

L’omelia dell’arcivescovo Battaglia ha toccato profondamente tutti coloro che erano presenti ai funerali di Giovanbattista Cutolo. Le sue parole hanno evidenziato la responsabilità di ognuno di noi in questa tragedia, invitandoci a non restare indifferenti di fronte a questa realtà così dolorosa.

La presenza della procuratrice per i minorenni di Napoli, Maria de Luzenberger, dimostra l’attenzione e l’impegno delle istituzioni nel contrastare la violenza giovanile. È importante che le autorità si uniscano e lavorino insieme per trovare soluzioni efficaci, affinché episodi come quello che ha portato alla morte di Giovanbattista non si ripetano.

La magistrata stessa sottolinea che il giovane assassinato era già coinvolto nel circuito della giustizia minorile. Questo ci fa riflettere sulla necessità di rafforzare le misure di prevenzione e di reinserimento sociale per i giovani a rischio. È fondamentale investire nelle politiche giovanili, offrendo opportunità di formazione, di lavoro e di supporto psicologico.

È giunto il momento di agire concretamente per porre fine a questa spirale di violenza. È responsabilità di tutti, non solo delle istituzioni, ma anche delle famiglie, delle scuole e della società nel suo complesso. Dobbiamo lavorare insieme per creare un ambiente sicuro e accogliente per i giovani, in cui possano crescere e realizzarsi senza essere coinvolti nella criminalità.

La morte di Giovanbattista Cutolo è una tragedia che ci deve far riflettere e agire. Non possiamo più rimanere indifferenti di fronte a questa realtà, dobbiamo unire le forze e lavorare insieme per dare un futuro migliore ai nostri giovani. Solo così potremo sperare di porre fine a questa violenza e costruire una società più giusta e pacifica.

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