Concentrazioni di sostanze tossiche ancora elevate nei pressi dell’impianto di rifiuti di Pastorano, in provincia di Caserta, a più di una settimana dall’incendio che ha devastato l’area. È quanto emerge dalla nota dell’Arpac, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, che continua a monitorare l’aria attorno al sito. Le analisi hanno rilevato la presenza di particelle microinquinanti come diossina e furani, che si mantengono superiori ai valori di riferimento nonostante una netta diminuzione.

I dati relativi alle concentrazioni di polveri sottili PM10 e PM2.5, monossido di carbonio, ozono, benzene, toluene, xilene e ossidi di azoto, misurati tramite un laboratorio mobile installato dall’Arpac, mostrano invece valori migliori e non si sono registrati superamenti dei limiti di legge per tali inquinanti nei giorni successivi all’incendio.

Tuttavia, l’Agenzia ambientale segnala ancora picchi orari di sostanze inquinanti come benzene e biossido di azoto, che non sembrano essere direttamente collegati all’evento dell’incendio. Solo tra le 20 e le 22 del 9 settembre si sono verificati picchi orari di PM10 fino a 75 microgrammi per metro cubo, correlati alla ventilazione proveniente dall’area dell’incendio.

La situazione rimane quindi preoccupante, nonostante una parziale diminuzione delle concentrazioni di particelle tossiche nell’aria. È necessario continuare a monitorare attentamente la situazione e adottare misure di tutela per la salute dei cittadini che vivono nelle vicinanze dell’impianto. L’Arpac deve proseguire nella sua attività di controllo e valutazione dell’ambiente, al fine di garantire la sicurezza e la salute della popolazione. È fondamentale che vengano individuate le cause dell’incendio e adottate le misure necessarie per evitare che simili episodi si ripetano in futuro.

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