Il governo Meloni e le misure inefficaci contro l’immigrazione

Il governo Meloni si è trovato ad affrontare una sfida difficile: bloccare o almeno contenere gli sbarchi dei migranti sulle coste italiane. Tuttavia, il decreto “Cutro” adottato dopo la tragedia di Cutro, non ha avuto alcuna efficacia. Nonostante siano stati emanati successivi decreti attuativi, i flussi migratori sono aumentati come mai negli ultimi anni. A settembre, sono già sbarcati oltre centomila migranti.

Nonostante le difficoltà del fenomeno migratorio, il governo si è posto come obiettivo il blocco dei flussi, una soluzione irrealizzabile e poco conveniente per il nostro Paese. Tuttavia, il governo è stato eletto da una maggioranza di italiani ossessionati dalla sicurezza e dall’antimigranti, ed è a questa maggioranza che deve rendere conto. Il Dl Cutro ha funzionato come un pupazzo spaventapasseri, senza alcuna efficacia reale.

Tuttavia, dal punto di vista della comunicazione politica, il governo ha reagito tempestivamente di fronte all’allarme sociale e all’emozione collettiva suscitata dalle tragedie. Ha cercato di dare una risposta e ha adottato misure urgenti per contrastare il disagio giovanile, la povertà educativa e la criminalità minorile. La premier si è recata a Caivano per violare il Parco Verde, il santuario delle gang di spacciatori, e ha inviato una unità operativa di forze dell’ordine per setacciare il quartiere.

Le misure più rilevanti riguardano la bonifica del Parco Verde di Caivano, il divieto di accesso ai locali pubblici per gli imputati di spaccio, l’arresto in flagranza per chi è trovato in possesso di armi, l’estensione delle imputazioni ai genitori dei minori autori di reati, il divieto dell’uso dei cellulari per coordinare azioni delittuose e il potenziamento dell’organico dei docenti nelle aree a forte dispersione scolastica.

Tuttavia, siamo scettici sull’efficacia di queste misure. La questione è complessa e richiede un approccio che vada oltre la sicurezza. Inoltre, ci sono problemi organizzativi e di formazione delle forze dell’ordine, dei magistrati, degli insegnanti e degli educatori. È difficile applicare misure come il divieto dell’uso dei cellulari per i ragazzi. Inoltre, nonostante le azioni delle forze dell’ordine a Caivano, si sono verificati nuovi episodi di violenza nel quartiere.

In conclusione, il governo Meloni ha cercato di rispondere alle preoccupazioni dell’opinione pubblica, ma le misure adottate sembrano inefficaci. È necessario affrontare il problema in modo più ampio e complesso, coinvolgendo tutti gli attori sociali e lavorando su più fronti. Solo così si potranno ottenere risultati concreti nella lotta contro la criminalità e il disagio giovanile.

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