La storia di Gelsomina Verde è una storia triste e dolorosa che ha colpito profondamente l’opinione pubblica. Una giovane donna di soli 21 anni, originaria di Napoli, che è stata barbaramente uccisa. Gelsomina era una persona comune, lavorava come operaia in una fabbrica di pelletteria e si dedicava al volontariato nel suo tempo libero. Non aveva nulla a che fare con la criminalità o con le faide camorristiche.
La sua unica “colpa”, se così si può definire, era stata quella di avere una relazione con Gennaro Notturno, che successivamente era entrato a far parte di un cartello criminale in contrasto con il potente clan Di Lauro. La relazione tra Gelsomina e Gennaro era terminata diversi mesi prima della sua tragica morte.
Il 13 dicembre 2004, nel pieno della faida di Scampia, Gelsomina fu rapita, torturata per ore e infine uccisa con tre colpi di pistola alla nuca. Il suo corpo venne poi dato alle fiamme all’interno della sua auto, forse per cancellare le prove del terribile crimine o forse per mandare un messaggio intimidatorio. La ferocia di questo omicidio, unita all’innocenza della vittima, ha scosso profondamente tutti coloro che ne hanno avuto conoscenza.
La storia di Gelsomina è stata portata alla luce grazie al libro “Gomorra” di Roberto Saviano, dove viene narrata la sua tragica vicenda. Anche la serie televisiva omonima ha dedicato un episodio alla sua memoria, introducendo un personaggio ispirato a lei. Inoltre, il libro di Tonino Scala “Nella terra di Gomorra” ha ulteriormente approfondito l’evento.
Dopo l’omicidio, la famiglia di Gelsomina si è costituita parte civile nel processo che ha visto imputati alcuni membri del clan Di Lauro. Uno dei sicari più spietati del clan, Ugo De Lucia, è stato condannato all’ergastolo come esecutore materiale dell’omicidio. Un boss di spicco, Pietro Esposito, ha ricevuto una condanna a sette anni e quattro mesi. È emerso che, nonostante il numero elevato di vittime innocenti a causa della faida, solo i genitori di Gelsomina si sono costituiti parte civile, evidenziando il clima di terrore e omertà che permeava la zona.
Nel dicembre 2008, Cosimo Di Lauro è stato condannato all’ergastolo come mandante dell’omicidio di Gelsomina. Tuttavia, nel 2010, ha risarcito la famiglia con 300.000 euro, ottenuti da un premio assicurativo per un incidente avuto da adolescente. Nonostante questo gesto, nel dicembre dello stesso anno, è stato assolto dall’accusa di essere il mandante.
Recentemente, nel luglio 2023, a quasi 19 anni di distanza dall’omicidio, sono stati arrestati Luigi De Lucia e Pasquale Rinaldi, considerati dagli inquirenti come gli esecutori materiali del delitto. Questo arresto potrebbe portare a nuovi sviluppi nella ricerca di giustizia per Gelsomina Verde e per tutte le vittime innocenti di questa terribile faida camorristica.