Un nuovo episodio di violenza ha scosso Napoli, lasciando la città sgomenta. Una donna di origini colombiane è stata vittima di uno stupro di gruppo, perpetrato da uomini che parlavano arabo. Il crimine è avvenuto in zona Ferrovia, non lontano dalla stazione centrale, e la vittima è stata presa di mira in maniera brutale e senza possibilità di difesa.
Le indagini sono in corso da parte della polizia, con il supporto della Mobile e del procuratore aggiunto Raffaello Falcone. È stato aperto un fascicolo sotto la guida del pm Raffaele Tufano, che sta coordinando le attività investigative. La strategia adottata è quella del codice rosso, che prevede un’azione rapida e tempestiva per acquisire le informazioni dalla vittima e svolgere gli accertamenti necessari.
La Mobile ha già acquisito alcuni indumenti della donna presso l’ospedale dove è stata visitata per i segni di violenza subiti. Si stanno effettuando ulteriori accertamenti per cercare tracce biologiche e verificare l’esistenza di immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza della zona.
Questa indagine mette ancora una volta in luce la presenza di una deriva violenta e di una frontiera non ancora delineata nella società napoletana, con particolare riferimento alle violenze contro le donne. La vittima ha raccontato di essere stata immobilizzata e trascinata in un’abitazione dove sono state commesse le violenze ripetute. Gli autori del crimine non sarebbero cittadini italiani, ma persone che vivono ai margini della società napoletana, nella zona multietnica e a rischio di piazza Garibaldi.
Purtroppo, non è il primo caso di violenza simile che si registra in questa zona. Negli ultimi anni, anche durante la pandemia da Covid-19, sono stati segnalati episodi analoghi ai danni di donne, come nel caso di un’infermiera aggredita nel parcheggio di Napoli park. Questi scenari hanno portato gli inquirenti a chiedere un rafforzamento del sistema di controllo dell’ordine pubblico nelle vicinanze delle stazioni della città.
L’inchiesta sulla storia denunciata dalla cittadina colombiana è ancora in corso, e si attendono gli esiti degli accertamenti per trovare eventuali tracce biologiche e confermare la dinamica dello stupro di gruppo. È fondamentale che la giustizia sia fatta e che si prenda seriamente in considerazione il problema delle violenze contro le donne, per garantire la sicurezza e la tutela di tutti i cittadini.