Don Michele Barone, ex sacerdote di Casapesenna, potrebbe dover scontare 14 anni e mezzo di carcere, due anni e mezzo in più rispetto alla condanna di primo grado. Questa richiesta è stata avanzata dal procuratore generale durante il processo in Corte d’Appello. Barone è stato arrestato il 23 febbraio 2018 insieme ai genitori di una ragazzina di 13 anni, sulla quale avrebbe praticato esorcismi senza alcuna autorizzazione del vescovo.

Il caso ha attirato l’attenzione dei media nazionali grazie a un servizio de “Le Iene”. Insieme a Barone, sono stati dichiarati colpevoli anche i genitori della minorenne, condannati a 4 anni ciascuno. Entrambi avevano già perso la potestà genitoriale, sospesa per nove anni. Nonostante la ragazza soffrisse di disturbi psichici, fu allontanata dalle cure mediche dell’ospedale Bambin Gesù di Roma per essere affidata agli “esorcismi” del prete.

Il commissario di polizia Luigi Schettino, deceduto per Covid nell’aprile scorso, è stato invece assolto completamente. I giudici hanno stabilito che non aveva ostacolato la denuncia della sorella maggiore della vittima né aveva preso parte ai maltrattamenti.

Il 7 febbraio 2020, Barone era stato condannato a 12 anni di reclusione in primo grado per lesioni e maltrattamenti. Poco più di un mese dopo, il 19 marzo, lasciò il carcere di Carinola, in provincia di Caserta, per essere posto agli arresti domiciliari nel Teramano, su disposizione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che aveva accolto la richiesta dei suoi avvocati.

Nel giugno 2021, la Corte d’Appello di Napoli ha deciso di rimettere in libertà Barone durante il processo di secondo grado. I giudici hanno ritenuto che non fossero presenti esigenze cautelari che giustificassero una restrizione della sua libertà personale.

La vicenda di don Michele Barone ha suscitato grande indignazione e dibattito in tutta Italia. Il processo di secondo grado determinerà se la sua condanna verrà confermata o se sarà modificata. Nel frattempo, la società italiana si interroga su come sia possibile che un sacerdote abbia potuto compiere tali azioni senza alcuna autorizzazione e su come sia stato possibile che la minorenne sia stata sottratta alle cure mediche necessarie. La giustizia dovrà fare il suo corso e garantire che simili episodi non si ripetano in futuro.

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