Dieci chiamate al 118 per la misurazione della pressione perché il suo apparecchio è rotto. Ma mentre l’ambulanza è impegnata a casa dell’anziana, a Cava de’ Tirreni, si registra un incidente stradale per il quale è necessario l’arrivo di un altro mezzo di soccorso da un comune vicino. Una vera e propria superficialità da parte dell’utente che poteva costare caro a qualcun altro. A denunciarlo sono gli operatori sanitari che, specie in questi mesi in cui gli accessi al pronto soccorso sono aumentati a dispetto delle gravi carenze di personale, sono esausti. «Siamo alle solite – spiegano – purtroppo si continua a chiamare il 118 ed allertare l’ambulanza per casi che possono essere catalogati come codice bianco ed andrebbero gestiti dai medici di base e dalla medicina territoriale. Purtroppo la centrale è costretta ad inviare il mezzo di soccorso. Il problema è che non ci sono filtri e l’utenza non è ben informata ed educata sugli interlocutori a cui rivolgersi». Il caso, segnalato dai sanitari, appare incredibile ma in realtà non è un’eccezione.

Anzi sono casi che si presentano con una certa frequenza tanto da mandare in tilt la rete dell’emergenza territoriale. «Sono in tanti a chiamare il 118 per la misurazione della pressione o per un banale mal di schiena o addirittura per una semplice iniezione. Dovrebbero rivolgersi ad altri servizi sul territorio ma questo non accade. In casi di concomitanza di eventi, come incidenti, non è possibile mandare l’equipaggio perché già impegnato. Bisogna allertare la postazione più vicina e questo vuol dire ritardare i soccorsi. È facile immaginare che anche pochi secondi o minuti possono salvare una vita». I sanitari chiedono un uso corretto del 118 e soprattutto una buona informazione da parte dei medici di base che devono educare i cittadini alla mappa dei servizi sanitari presenti sul territorio, chiamando il 118 solo per le vere emergenze.

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