Questa mattina Benevento si è svegliata con una sorpresa spiacevole: la città era tappezzata di manifesti che denunciavano una presunta relazione extracoinugale dell’assessore all’Ambiente Alessandro Rosa. L’amministratore ha reagito duramente, condannando l’autore o gli autori di questo gesto che ha cercato di utilizzare una vicenda privata per scopi politici.

Rosa ha dichiarato che questa mattina la città di Benevento ha potuto constatare quanto sia ignobile chi tenta di infamare una persona. I manifesti ritraevano la sua foto con accanto un articolo che raccontava del ricatto subito da un medico, che sarebbe lui stesso, da parte di una donna che chiedeva denaro minacciando di rivelare una presunta relazione. Rosa ha definito questo un evidente tentativo di estorsione, in cui lui è la vittima, e ha avuto il coraggio di denunciare e far arrestare la persona responsabile.

Si tratta di una vicenda grave e privata, che qualcuno ha cercato di strumentalizzare politicamente, il che è ancora più grave. Rosa ha sottolineato che a Benevento c’è qualcuno che cerca di utilizzare l’infamia e la delazione per influenzare le scelte politiche, utilizzando metodi che ricordano i periodi più bui della nostra storia. Tuttavia, Rosa ha dichiarato di non sentirsi intimidito, perché è consapevole che i cittadini di Benevento sanno distinguere tra persone oneste e chi tenta estorsioni economiche o politiche.

L’assessore ha concluso dicendo di non avere problemi a essere giudicato per il suo operato politico, ma che non crede che fatti privati dovrebbero influenzare il giudizio sul suo lavoro. Inoltre, come cittadino di Benevento, è preoccupato dell’esistenza di persone o gruppi che cercano di influenzare la scena politica con infamia, delazione e calunnia, cercando di innescare lapidazioni pubbliche con metodi simili a quelli di regimi o fondamentalismi islamici.

Rosa ha ricevuto solidarietà da parte del sindaco Mastella, degli altri assessori e dei consiglieri di maggioranza a Palazzo Mosti. Hanno definito i manifesti una vergognosa macchina del fango e hanno espresso tutta la loro solidarietà all’assessore, sottolineando che si tratta di una violazione della sua privacy e che questa vicenda personale non ha nulla a che fare con la sua attività di amministratore. Hanno anche auspicato che le indagini delle forze dell’ordine possano individuare i responsabili di questo atto ignobile, che viola il codice penale e il codice della moralità.

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