Benevento. Il GUP ha deciso di rinviare a giudizio sette persone coinvolte nell’inchiesta del pm Patrizia Filomena Rosa sui centri migranti. Le persone coinvolte sono Paolo Di Donato, 53 anni, Silvana Di Donato, 61 anni, e Graziella Di Donato, 57 anni, di Sant’Agata dei Goti, Giuseppe Caligiure, 75 anni, Giovanni Pollastro, 36 anni, Renza Fusco, 63 anni, anche loro di Sant’Agata, e Elio Ouechtati, 32 anni, di Montesarchio.

Come già ricordato, Paolo Di Donato è accusato di peculato insieme alle sorelle. Secondo gli inquirenti, si sarebbero appropriati di 774mila euro stanziati dalla Prefettura a favore del Consorzio Maleventum, dopo l’aggiudicazione dei bandi di gara e le successive convenzioni per la gestione dei centri di accoglienza chiamati ‘Damasco’.

Le spese per borse, viaggi e pernottamenti in albergo sono finite sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti, così come alcune operazioni, tra cui il trasferimento di un terreno da una società al Consorzio, con un atto mai perfezionato.

A Paolo Di Donato e agli altri quattro legali rappresentanti del Consorzio (nel periodo tra gennaio 2015 e marzo 2017) è stato addebitato il reato di frode nell’esecuzione del capitolato stipulato con la Prefettura. Gli avvocati Pietro Farina, Vittorio Fucci e Domenico Zampelli si stanno occupando della loro difesa.

Durante l’inchiesta sono stati sequestrati 774mila euro a carico di Paolo, Silvana e Graziella Di Donato. In quella occasione, è stato posto il sigillo anche su una società che si ritiene sia di proprietà di Paolo Di Donato. Tuttavia, la misura è stata annullata dal Riesame, al quale gli atti sono stati trasmessi per una nuova valutazione dopo la pronuncia della Cassazione.

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