Vicenda privata, utilizzata per influenzare la politica: una situazione da regime. Questa mattina, nella città di Benevento, sono comparsi dei manifesti riguardanti l’assessore all’Ambiente del Comune, Alessandro Rosa, che ha voluto intervenire con una nota in merito. La città è stata tappezzata di manifesti che mostrano una foto del suo profilo Facebook accostata a un articolo di Ottopagine che racconta di un ricatto subito da un medico, che sarebbe lui stesso: una donna che chiede denaro minacciando di rivelare una presunta relazione. Si tratta di un evidente tentativo di estorsione, in cui la vittima è solo lui, che ha avuto il coraggio di denunciare e far arrestare l’autore di tali minacce. Una vicenda grave e privata che qualcuno ha cercato di strumentalizzare politicamente, il che rende la situazione ancora più grave. È ancor più grave perché a Benevento c’è qualcuno che cerca di utilizzare l’infamia e la delazione per influenzare le scelte politiche, metodi utilizzati durante i periodi più bui della nostra storia. Alessandro Rosa ha le spalle larghe e non si fa intimidire, perché sa che i cittadini di Benevento e non solo sanno distinguere chi denuncia le ingiustizie da chi cerca di fare estorsioni economiche o politiche, nascosto nell’ombra. Egli ha il coraggio di metterci la faccia, sia a livello personale che politico, poiché non ha bisogno della politica per vivere e guadagnarsi da vivere. Ha costruito la sua vita tramite lo studio e la professione e si è messo a disposizione della sua città. Non ha problemi a essere giudicato per il suo operato politico, ma non crede che fatti privati abbiano il diritto di influenzare tale giudizio, soprattutto se è lui la parte lesa che ha agito secondo legge. I cittadini preferiscono un amministratore che si muove nel rispetto delle leggi rispetto a chi si muove nell’ombra con metodi infami per influenzare la politica. Come cittadino di Benevento, Alessandro Rosa è preoccupato dell’esistenza e della presenza di persone o gruppi che cercano di influenzare la scena politica con infamia, delazione e calunnia, cercando di innescare pubbliche lapidazioni con metodi da regime o fondamentalismo islamico. In definitiva, Alessandro Rosa cammina a testa alta, mentre altri sono costretti a nascondersi nel buio: una differenza abissale. Inoltre, alla denuncia del dottor Alessandro Rosa si è aggiunta quella dell’autore dell’articolo pubblicato da Ottopagine, che è stato abusivamente e illegalmente associato all’immagine del dottor Rosa. Una pagina vergognosa che è al centro delle indagini della Polizia Mobile, che cercherà di individuare gli autori anche tramite le immagini registrate dalle telecamere pubbliche e private nelle zone in cui sono stati affissi i manifesti.