“Scuole e chiese, luoghi sacri diventati teatro di violenza giovanile”

La crescente violenza tra i giovani è diventata una realtà preoccupante, tanto che anche i luoghi che un tempo erano considerati sacri, come le scuole e le chiese, non sono più al sicuro. Questo è quanto afferma Francesco Emilio Borrelli, giornalista e deputato di Alleanza Verdi – Sinistra, commentando il recente caso di un ragazzo di 15 anni ferito da un compagno di scuola all’interno dell’istituto Marie Curie a Ponticelli, Napoli.

Inizialmente si pensava che l’aggressione fosse scaturita da una lite tra i due ragazzi, ma Borrelli precisa che si tratta di un attacco improvviso. Secondo la testimonianza della giornalista Luciana Esposito, che conosce personalmente i genitori della vittima, il ragazzo stava salendo le scale diretto in classe quando è stato accoltellato alle spalle, senza alcun alterco tra i due. Si tratta di un fatto gravissimo che solleva interrogativi sulla società in cui viviamo.

Borrelli da anni denuncia la situazione a Ponticelli e il fenomeno delle baby-gang sempre più diffuso. Questo fenomeno, secondo il deputato dei Verdi, è in crescita da anni, ma ora ha raggiunto un livello di mitizzazione mai visto prima, anche grazie alle serie televisive. Borrelli cita ad esempio Gomorra, che ha contribuito a dipingere i giovani criminali come dei veri e propri miti, dotati di potere e autorità. Questo passaggio dal mito di Gomorra al fenomeno delle baby-gang rappresenta un problema culturale che va affrontato.

Il giornalista sottolinea l’importanza di agire rapidamente sulla questione delle baby-gang e della violenza giovanile, che spesso si traduce anche in bullismo. È necessario intervenire in modo tempestivo e preparato, anziché agire in emergenza come sta accadendo attualmente. Non basta reprimere il fenomeno, ma occorre offrire ai giovani modelli positivi e alternative concrete. Al momento, però, sembra che la società offra solo Gomorra, Mare Fuori e la disoccupazione.

Borrelli evidenzia anche un problema culturale radicato nella società italiana. Un esempio lampante è la presenza di un carcere come Nisida, che occupa un luogo splendido che i cittadini onesti non possono godere. Al contrario, sono i detenuti a beneficiare di un ambiente che, secondo il modello di Mare Fuori, non sembra così spaventoso. Questa situazione riflette la cultura italiana e la mancanza di alternative per i giovani.

Infine, Borrelli sottolinea l’importanza di introdurre pene più severe, ma anche di garantire il rispetto di queste pene. È fondamentale aumentare il numero di uomini e donne delle forze dell’ordine per far rispettare la legge. Altrimenti, lo Stato rischia di perdere due volte.

La violenza giovanile è un problema serio che richiede un approccio completo e una riflessione profonda sulla società in cui viviamo. È importante agire in modo tempestivo e offrire ai giovani modelli positivi, altrimenti rischiamo di perdere una generazione intera.

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