“Stalking e violenza sessuale: la storia di un amore malato”
“Ti butto l’acido addosso e in faccia, così la gente non ti riconosce più”. Queste sono le parole che hanno segnato la vita di una giovane ragazza di soli 17 anni, costretta a rinchiudersi in casa per paura di subire qualcosa di terribile. Una relazione malata, senza alcun amore, che ha portato questa ragazza a vivere nell’angoscia costante. “Non devi uscire da sola, non devi andare al mare perché nessuno deve vederti in costume. Sei solo mia”, erano le parole del suo aguzzino. Lui, qualche mese più giovane di lei, ha iniziato questa relazione tra i banchi di scuola nella Penisola Sorrentina. Ma la storia è culminata in una serie di violenze sessuali subite dalla vittima, denunciate solo dopo l’ennesimo tentativo di aggressione avvenuto di fronte ai suoi genitori.
“Lui all’inizio era così premuroso, gentile, affettuoso”, ha raccontato la ragazza. Ma presto è diventato uno stalker, ossessionato da tradimenti inesistenti e distrutto dall’uso di droghe. Nonostante la fine della loro relazione, lui non si era arreso e aveva ripreso a perseguitarla. “Si era scusato, mi aveva chiesto di incontrarlo. Io ci avevo creduto, ma aveva ricominciato a minacciarmi”, ha spiegato la giovane durante la denuncia, aggiungendo di essere stata costretta anche a rapporti sessuali contro la sua volontà.
La storia di terrore si è svolta nella Penisola Sorrentina, lungo il corso principale che attraversa tutti i comuni fino a Sorrento. Anche la vicina spiaggia di Meta, di notte, diventa un luogo solitario e buio dove le coppie spesso trovano rifugio. Proprio qui, Maria e Marco (nomi di fantasia), si erano recati lo scorso giugno.
“Non volevo, ma mi ha fatto sentire in colpa e, per paura che mi picchiasse, l’ho accontentato”, ha raccontato la ragazza in lacrime. Ha deciso di denunciare tutto ai carabinieri della stazione di Piano di Sorrento, che l’hanno ascoltata in presenza della madre e hanno avviato un’indagine approfondita, raccogliendo prove decisive dalle chat sul telefono della ragazza. Una storia così orribile che ha spinto la Procura per i Minorenni di Napoli a richiedere l’applicazione del codice rosso.
Ieri mattina, i carabinieri di Sorrento hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice del tribunale per i Minorenni di Napoli nei confronti del 17enne di Meta, accusato di atti persecutori e violenza sessuale nei confronti della sua fidanzata. Gli screenshot delle chat contengono insulti e minacce indecenti, in gran parte scritte in dialetto.
Marco, il ragazzo in questione, ha una storia turbolenta alle spalle. Era stato allontanato da casa a causa di maltrattamenti familiari, avendo aggredito suo zio e picchiato sua madre più volte. Il motivo era sempre lo stesso: soldi per comprare droga. Era già stato denunciato quattro volte e i carabinieri lo conoscevano bene, nonostante fosse formalmente incensurato. Minorenne, tossicodipendente e con un comportamento violento anche in famiglia, Marco era fuggito dalla comunità a cui era stato affidato e aveva ripreso a pedinare la sua ex fidanzata, che nel frattempo aveva deciso di porre fine a quella relazione malata.
Tra le minacce, c’era anche la possibilità di revenge porn: aveva promesso di creare adesivi a sfondo sessuale e diffonderli nelle chat. Durante uno degli incontri, Marco avrebbe rubato il telefono dalle mani di Maria per controllare tutte le chat alla ricerca di prove di tradimento, giustificando il suo comportamento con una finta gelosia. Solo dopo una lunga discussione, fatta di insulti e minacce, Marco ha restituito il telefono alla ragazza. Tuttavia, il giudice non ha considerato questo episodio come una rapina.
“Sei una munnezza tu e la tua famiglia, sei solo una z…ti uccido e uccido anche tuo padre. Ti sparo”, queste sono solo alcune delle frasi odiose e minacce di morte trovate sul telefono della ragazza. Sono state diverse le aggressioni subite, due delle quali sono avvenute per strada. Una di queste è avvenuta vicino a una pizzeria, nel centro di Piano di Sorrento, quando Maria è stata schiaffeggiata davanti ad alcuni amici. L’ultimo episodio è avvenuto poche settimane fa e ha convinto lei e i suoi genitori a prendere provvedimenti e finalmente denunciare l’accaduto.
Maria non usciva più di casa da sola da tempo, era sempre in macchina con sua madre. Marco, invece, le ha riconosciute e ha iniziato a pedinarle, inseguendole fino a casa loro. A quel punto, il 17enne non si è fermato, non si è arreso. Si è appostato vicino al portone e ha iniziato a suonare il campanello con insistenza, urlando, insultando e minacciando la ragazza e la sua famiglia, finché il padre non ha chiamato i carabinieri della stazione di Piano di Sorrento, che sono intervenuti immediatamente. Così è iniziato il percorso: prima la denuncia, poi le indagini e infine l’arresto per stalking e violenza sessuale. Marco è ora detenuto nel carcere di Nisida, in attesa dell’interrogatorio. Per Maria è la fine di un incubo.