Il boss Rosario Giugliano ha rivelato di essere stato avvisato del blitz della Dda Antimafia di Salerno il giorno prima degli arresti. Durante la sua collaborazione con la giustizia, ha fornito dettagli sulle modalità operative del clan Fezza – De Vivo di Pagani, di cui faceva parte, e sull’obiettivo di espandere l’organizzazione mafiosa sul territorio. Il blitz a cui si riferisce è avvenuto il 2 dicembre 2022 e ha portato all’esecuzione di numerose ordinanze cautelari.
Tra gli arrestati, sei sono riusciti a sottrarsi, tra cui i cinque vertici del clan della Lamia. È difficile non ipotizzare che l’informazione ricevuta da Giugliano sia stata utilizzata anche da altri per evitare momentaneamente l’arresto. Secondo il 62enne di Poggiomarino, l’informazione gli è stata data da un altro imputato, che a sua volta l’aveva ottenuta da un’altra persona, attualmente non indagata ma oggetto di indagini in corso. Questa persona sarebbe stata molto vicina al boss di Poggiomarino e avrebbe fornito denaro per situazioni critiche e per gli affari, in particolare per gli interessi di Giugliano nella zona industriale di Fosso Imperatore a Nocera Inferiore.
Le indagini della Dda Antimafia di Salerno stanno ancora cercando di scoprire chi abbia fornito questa informazione sensibile sul blitz delle forze dell’ordine coordinato dall’Antimafia. Giugliano ha anche parlato degli affari della droga del clan Fezza – De Vivo, che imponeva tangenti ai capi piazza e aveva canali personali di rifornimento che portavano a un potente clan di camorra a Napoli e in Spagna, dove Francesco Fezza e Andrea De Vivo avevano interessi commerciali.
Le udienze per il processo contro il clan riprenderanno la prossima settimana presso il tribunale di Nocera Inferiore. Coloro che hanno scelto il rito abbreviato, come Giugliano stesso, compariranno davanti al giudice nei prossimi mesi, a seguito di un rinvio dell’udienza fatto la settimana precedente.