L’immigrazione e la mancata integrazione: le sfide delle nostre città

L’immigrazione è un fenomeno che, di per sé, non rappresenta una minaccia per la società. Tuttavia, è innegabile che nelle nostre città si stia verificando un peggioramento della qualità della vita, principalmente a causa dell’aumento dei flussi migratori e degli effetti della crisi economica.

Negli ultimi anni, i casi di accattonaggio e commercio abusivo sono aumentati in modo esponenziale. È sempre più comune imbattersi in persone che chiedono “un’offerta” o che vendono prodotti contraffatti, come accendini, braccialetti, fazzoletti, calzini, portachiavi, fiori o capi di abbigliamento. Questa situazione si verifica soprattutto fuori dai grandi magazzini, nelle vie del centro, nei mercati rionali e alle fiere cittadine.

Inoltre, le donne si sentono sempre più disagiate e minacciate quando si trovano da sole in luoghi isolati. Gli automobilisti devono fare i conti con i lavavetri che si posizionano agli incroci e ai semafori di quasi tutte le città. Queste persone, munite di un manico di scopa, una spugna, un secchio o una bottiglia di acqua e detersivo, cercano di lavare il vetro dell’auto e, se non ci riescono, tentano di vendere prodotti di vario genere, dai fazzoletti ad altri oggetti.

La presenza di queste persone diventa particolarmente abbondante e insistente durante le ore di punta. Inoltre, a causa della mancanza di integrazione, la maggior parte degli accattoni e dei senza fissa dimora che si trovano nelle stazioni ferroviarie e sotto i portici delle vie del centro sono immigrati stranieri. Queste persone cercano di guadagnarsi da vivere in qualsiasi modo e spesso urinano e defecano ovunque, contribuendo ad aumentare il degrado urbano e sociale delle nostre città.

La città è il risultato dell’interazione tra le persone che ci vivono e le autorità che la governano. Quando manca la sinergia tra questi attori, si verificano situazioni di sporcizia sulle strade, decadenza architettonica, povertà, delinquenza, corruzione e occupazione indebita del territorio. La responsabilità di ciò che accade in città ricade su chi ci lavora, ci abita, la frequenta per qualsiasi motivo e chi la governa.

L’immigrazione deve essere regolata e gestita, non subita né vissuta come una minaccia. Viviamo in un mondo globale in cui i capitali, le merci e le informazioni circolano liberamente. I migranti sono l’elemento umano della globalizzazione. È ormai normale nascere in un Paese, crescere in un altro e lavorare in un altro ancora. Non dobbiamo avere paura di questo, ma dobbiamo aprirci al futuro. Se oggi siamo qui e siamo ciò che siamo, non è perché nella preistoria non c’erano migranti, ma perché non c’era nessuno a fermarli.

L’emigrazione in sé non rappresenta un rischio, soprattutto perché, dopo l’esilio di Adamo ed Eva dal Paradiso, siamo tutti figli dei primi emigranti. Tuttavia, la mancanza di integrazione e la cattiva gestione che si sta verificando nel nostro paese sono sicuramente problematiche che vanno affrontate.

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