Processo ai presunti assassini di Giulio Giaccio: nessun colpo di scena. Il perito del Tribunale ha stabilito che Carlo Nappi era capace di intendere e di volere all’epoca dei fatti e può essere giudicato. L’udienza è stata rinviata al sette novembre, inizierà il rito abbreviato per Nappi e l’altro imputato, Salvatore Cammarota. Entrambi sono accusati di aver ucciso Giulio Giaccio e di averne sciolto il corpo nell’acido in una zona di campagna nell’area flegrea.
Le indagini dei carabinieri del nucleo operativo del comando provinciale di Napoli, coordinati dai pm Mariella Di Mauro e Giuseppe Visone, sono state decisive. I parenti di Giaccio, difesi dall’avvocato Alessandro Motta, hanno rigettato una richiesta di risarcimento del danno di 150mila euro da parte dei due presunti esponenti del clan Polverino. Secondo le indagini, Giaccio è stato ucciso per errore: è stato scambiato per un altro giovane che aveva insidiato una parente di uno dei due imputati, come ha raccontato il pentito Perrone. Le indagini hanno dimostrato che la vittima era estranea a questa storia e non aveva alcun coinvolgimento con il mondo criminale.