La sicurezza viene beffata: sembra il copione del film “Il Turco napoletano”, ma Totò apriva le sbarre a mano.
Le istituzioni penitenziarie italiane sembrano veri e propri colabrodi e le evasioni sono aumentate in modo esponenziale. Ma alcune di esse sono davvero incredibili. È successo a Teramo, ad esempio, dove un detenuto albanese ha tagliato le sbarre della finestra della sua cella e, riprendendo il copione de “Il Turco napoletano” di Totò, si è calato con una corda.
“Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato Spp, reagisce indignato: “Lo spettacolo è diventato indecoroso”, afferma. Secondo lui, “senza strumentazioni e mezzi adeguati di vigilanza e con organici sempre più ridotti, la fuga dal carcere diventa semplice e diventa un modo spettacolare per sbeffeggiare lo Stato e le vittime dei criminali”.
“Inoltre – prosegue – c’è il sospetto che l’uomo possa essere stato rifornito degli strumenti per evadere tramite un drone, il che rafforza uno squilibrio evidente tra i mezzi tecnologici a disposizione della criminalità organizzata e l’inadeguatezza di quelli in possesso del personale penitenziario. Come se non bastassero le aggressioni agli agenti e al personale penitenziario avvenute nel giro di 48 ore a Catania, Campobasso e Taranto, ad acuire un’emergenza che solo l’Amministrazione Penitenziaria, il Governo e il Parlamento non riescono ancora a vedere. Senza dimenticare la tragica vicenda del detenuto del carcere di Avellino che ha colpito all’occhio con un coltello un altro detenuto, che si era intromesso durante l’aggressione a un agente. Tutto ciò mentre il personale penitenziario mette a rischio quotidianamente la vita, come nel caso del collega Carmine De Rosa, che resta in coma farmacologico in un ospedale di Milano, e i cittadini rischiano di imbattersi in un nuovo evaso. Sarebbe ora che la politica prendesse seri provvedimenti”.