Benevento. Bimba di 9 anni trovata senza vita in piscina. Ecco perché sono stati assolti i Ciocan.

La Corte di assise di Benevento ha assolto Daniel Ciocan e sua sorella Maria Cristina, accusati di aver abbandonato la piccola Maria, di 9 anni, che è stata trovata annegata nella piscina di un casale a San Salvatore Telesino. Secondo gli inquirenti, i due fratelli l’avrebbero lasciata da sola vicino alla piscina, nonostante fosse incapace di nuotare e avesse paura dell’acqua.

Nelle motivazioni della sentenza, il presidente Sergio Pezza ha affermato che non è stata fornita alcuna prova che i due imputati fossero presenti con la piccola Maria quella sera. Inoltre, non vi è alcuna prova che la bimba abbia incontrato i Ciocan dopo le 20, quando era uscita di casa per recarsi in chiesa.

La Corte ha anche analizzato gli elementi che avrebbero potuto dimostrare la presenza dei Ciocan in piscina. La posizione dell’auto di Daniel non può essere considerata una prova della sua presenza con Maria vicino alla piscina. Inoltre, anche se si ipotizzasse la presenza dei Ciocan con la bimba, sarebbe ancora da provare che l’hanno lasciata lì da sola, senza nessuno che potesse prendersene cura.

La Corte ha anche criticato le tracce olfattive rilevate dai cani molecolari, intervenuti 22 giorni dopo il fatto, definendole “accertamenti del tutto privi di rigore scientifico”. Inoltre, le tracce di acqua sui pantaloni di Daniel non dimostrano necessariamente che si sia bagnato nella piscina del resort.

Infine, la Corte ha sollevato delle perplessità sulla posizione del padre di Maria. Non si comprende perché si sia preoccupato di cercare la figlia dopo averle dato il permesso di uscire, né perché non abbia fatto riferimento alle indicazioni ricevute da una persona incontrata. Inoltre, è stata menzionata una deposizione secondo la quale Maria avrebbe subito violenza la sera prima della sua morte, ipotizzando che nel pomeriggio del 19 giugno cercasse compagnia e conforto da Daniel.

Tutti questi elementi vanno valutati alla luce di una conversazione intercettata tra i genitori della bimba il 21 giugno 2016 nella caserma dei carabinieri.

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