Il processo che vede imputati Fiore e Salvatore Graziano, Antonio Mazzocchi e Domenico Ludovico Rega per associazione a delinquere di stampo camorristico continua con l’ascolto di altri testimoni. I testimoni, tutti operatori di polizia giudiziaria, hanno ricostruito la cornice all’interno della quale il sodalizio criminale cercava di imporre il controllo del territorio e dominare il racket. Le indagini sui quattro imputati sono state intensificate dopo gli agguati avvenuti nel 2014 e nel 2016, che hanno attirato l’attenzione delle autorità. Successivamente è stata raccolta anche la denuncia di un imprenditore che aveva subito un’aggressione. Le indagini si sono concentrate sul comprendere cosa stesse succedendo in quegli anni, quando il vuoto lasciato dagli elementi di spicco del clan Cava cominciava a farsi sentire.

Le testimonianze portate in aula dal sostituto procuratore della Dda hanno fornito elementi sul clima che si respirava nel Vallo di Lauro negli anni 2015-2019. È emerso che in quel periodo vi erano tensioni determinate da importanti scarcerazioni, tra cui quella di Salvatore Cava. Inoltre, sono state depositate le intercettazioni ambientali trascritte dal perito Cira D’Ardia. La prossima udienza è prevista per il 20 febbraio, quando verranno ascoltati l’ultimo testimone citato dal pubblico ministero e il collaboratore di giustizia Felice Graziano tramite videocollegamento.

Il processo in corso è una parte dell’inchiesta condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli che ha portato all’arresto, nell’agosto 2019, dei quattro indagati. Questi, attraverso colpi di fucile e telefonate minatorie, anche tramite Whatsapp, chiedevano il pagamento del pizzo al tre per cento sugli appalti pubblici. Le ordinanze di custodia cautelare furono firmate dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli, Leda Rossetti. Durante l’inchiesta sono emerse diverse estorsioni, anche tentate, nei confronti degli imprenditori che operavano nella zona del Vallo Lauro. Gli affiliati al clan Graziano cercavano di stabilire la loro supremazia nel territorio.

Per alcuni degli episodi relativi a tangenti sugli appalti edili e sugli impianti di cremazione, i quattro imputati sono già stati condannati. Fiore e Salvatore Graziano sono stati condannati a 7 anni e 8 mesi di reclusione, Antonio Mazzocchi a 7 anni e 6 mesi, e Domenico Ludovico Rega a 3 anni e 4 mesi. Sono stati assolti, invece, dall’accusa di violenza privata Fiore Graziano e Domenico Ludovico Rega.

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