Minacce al medico che ha assistito il boss Messina Denaro: indagini in corso

Un grave episodio di minacce in stile mafioso ha colpito il dottor Luciano Mutti, primario del reparto di Oncologia dell’ospedale dell’Aquila. Il dottor Mutti si è occupato dell’assistenza al boss Matteo Messina Denaro, affetto da un grave tumore al colon, durante la sua permanenza nel carcere di Preturo e successivamente presso l’ospedale.

Recentemente, il direttore dell’Oncologia è stato contattato tramite il suo profilo Messenger da un utente chiamato “Micael D’Angelo”. Tra i tre messaggi ricevuti, uno di essi conteneva una terribile minaccia: il medico veniva “invitato” a prestare le migliori cure al boss, altrimenti sarebbe stato fatto saltare in aria come accaduto a Falcone e Borsellino.

Il dottor Mutti ha prontamente segnalato le minacce alla Squadra mobile della Questura e alla polizia postale dell’Aquila, dando così avvio alle indagini. Le minacce sono state inserite nel registro degli indagati per il reato di minacce, e la delicata vicenda è seguita dalla Procura Antimafia dell’Aquila.

Nonostante l’importanza e la delicatezza della situazione, è stato deciso di non fornire al primario una scorta, ma una vigilanza. Nel frattempo, le indagini hanno permesso di identificare il presunto autore delle minacce, un ventenne originario della provincia di Salerno, attualmente irreperibile.

Dopo un periodo di latitanza, il giovane è stato rintracciato a Torino, ospite di un amico estraneo alle contestazioni mosse dalla Dda aquilana. Durante la perquisizione, gli investigatori hanno sequestrato il cellulare del ragazzo per analizzarlo. Al momento, non si esclude che il giovane possa avere legami con la criminalità organizzata, ma questa ipotesi potrebbe essere esclusa o confermata solo con il passare dei giorni, in base alle ulteriori indagini.

La minaccia rivolta al professor Mutti è un episodio gravissimo che dimostra ancora una volta la persistenza e la pericolosità della criminalità organizzata nel nostro Paese. È fondamentale che le forze dell’ordine e la magistratura siano in grado di contrastare efficacemente queste minacce, garantendo la sicurezza di coloro che si occupano di assistenza medica anche in situazioni complesse come questa.

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