Ogni anno, più di cento donne si rivolgono all’associazione “ResilienzaLegale” per chiedere aiuto. Queste donne sono vittime di torture, stupri e violenze fisiche, psicologiche ed economiche. L’avvocato Alba D’Antonio, presidente dell’associazione, raccoglie le loro denunce ogni lunedì presso i locali della Cgil di Cava de ‘Tirreni. Dietro a queste cifre anonime si nascondono storie di dolore che solo in minima parte arrivano in tribunale. Il numero crescente di richieste ha spinto l’associazione a istituire uno sportello legale e di supporto anche a Salerno, che ha aperto ieri e già ha registrato i primi appuntamenti.

Ogni mercoledì, presso l’associazione Soledad, situata in via Gelso al civico 51 e presieduta da Loredana Marino, l’avvocato D’Antonio sarà disponibile insieme alla dottoressa Filomena Avagliano per offrire assistenza legale e supporto a chi ne ha bisogno. Tuttavia, tra le denunce e le sentenze passate in giudicato, c’è una lunga strada da percorrere. Nelle aule del palazzo di giustizia di Salerno, molte donne attendono ancora giustizia. Molte vittime preferiscono fermarsi a un percorso di psicoterapia anziché intraprendere la strada penale. Molte storie si concludono con la prescrizione a causa della lentezza della giustizia e della burocrazia. Altre si fermano prima ancora di iniziare perché le stesse vittime ritirano la querela cercando la riconciliazione. Tuttavia, alcune storie si concludono con una sentenza che restituisce finalmente un po’ di giustizia alle vittime di violenza.

Un esempio di questo è il caso di S.A., rappresentata dagli avvocati dell’associazione “Resilienza” Alba D’Antonio ed Emilia Natale. Dopo un lungo processo iniziato nell’ottobre 2019, è arrivata la sentenza che ha condannato l’ex marito di S.A. a due anni e 6 mesi di reclusione per maltrattamenti in famiglia aggravati dalla presenza di un figlio minore. Questa storia è particolarmente delicata perché la donna è stata vittima di continui maltrattamenti all’interno della sua famiglia, coinvolgendo anche un bambino che mostrava evidenti segnali di disagio nei confronti del padre violento.

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