I 12 tifosi coinvolti nell’inchiesta sugli scontri e la violenza tra ultras, avvenuti a gennaio scorso, dovranno svolgere 3 anni di lavoro di pubblica utilità come prescrizione imposta dal giudice. Inizialmente, gli imputati avevano concordato pene che andavano da 1 a 4 anni di reclusione per reati quali devastazione, resistenza a pubblico ufficiale, rissa e lesioni. Ora, invece, dovranno svolgere lavori di pubblica utilità per 3 anni, corrispondenti a 1095 giorni e 2190 ore complessive di lavoro. Alcuni di loro svolgeranno il servizio presso le associazioni “No Aids Odv” e “Pane e Libri per tutti” a Pagani. La prima si occupa di volontariato, mentre la seconda è un’associazione culturale con scopi simili. Il lavoro verrà svolto tre giorni a settimana, per due ore al giorno, dalle 15:00 alle 17:00, secondo le modalità già concordate con gli enti scelti. Tuttavia, ci sono altre prescrizioni che devono essere rispettate, altrimenti il beneficio verrà revocato: divieto di possedere o portare armi, munizioni ed esplosivi, divieto di frequentare persone pregiudicate o sottoposte a misure di sicurezza o prevenzione, obbligo di rimanere nella regione Campania, ritiro del passaporto e sospensione della validità per l’espatrio di altri documenti equipollenti, obbligo di conservare e presentare il provvedimento che applica o dà esecuzione alla pena sostitutiva e l’eventuale provvedimento di modifica delle modalità di esecuzione della pena. Anche il tifoso della Casertana avrà le stesse prescrizioni, con lavori di pubblica utilità da svolgere per 3 anni presso una cooperativa sociale di Caserta. Qualche settimana prima, avendo scelto il giudizio abbreviato, il tribunale aveva condannato i primi 9 tifosi con pene che andavano dai 2 ai 5 anni di reclusione. Gli scontri tra ultras e forze dell’ordine si verificarono il 22 gennaio scorso all’incrocio tra via Ugo Foscolo di Sant’Egidio del Monte Albino e via Sorvello di Pagani. Come conseguenza di quella violenza, oltre al bus dei tifosi ospiti carbonizzato a causa del lancio di un fumogeno, un appartamento e un negozio vennero danneggiati e si verificò il ferimento di un carabiniere e di alcuni tifosi, oltre a danni a decine di auto. Secondo il giudice, questa forma di pena sostitutiva è particolarmente appropriata per questo caso, in quanto può svolgere una funzione risocializzante ed educativa sul colpevole dei reati che hanno messo in pericolo l’ordine pubblico e l’incolumità individuale.