Nel 2017, un terribile omicidio scosse la città di Aversa. Un giovane di 25 anni, Vincenzo Ruggiero, fu ucciso a colpi di pistola e fatto a pezzi in un appartamento. Il responsabile di questo atroce crimine è Ciro Guarente, ex cuoco ed ex sottufficiale della Marina Militare, originario di San Giorgio a Cremano. Dopo sei anni di detenzione in diverse carceri, Guarente ha ottenuto 495 giorni di liberazione anticipata grazie alla sua buona condotta e alla partecipazione all’opera di rieducazione durante la sua detenzione.
La vittima, Vincenzo Ruggiero, era un attivista gay. La gelosia fu il motivo scatenante dell’omicidio: Vincenzo era ospite nella casa di Heven Grimaldi, fidanzata transessuale di Guarente e grande amica di Vincenzo. Guarente non tollerava il rapporto tra i due e, approfittando dell’assenza di Heven, uccise il ragazzo con un colpo di pistola nell’appartamento della ragazza. Successivamente, caricò il corpo in macchina utilizzando sacchi dell’immondizia e cercò di nasconderlo riducendolo a pezzi e depositandolo in un invaso in un garage delle palazzine popolari di Ponticelli. Per diversi giorni, Guarente mentì a tutti, cercando di convincere la fidanzata, la famiglia e gli amici che Vincenzo era semplicemente partito.
Tuttavia, le indagini iniziarono e il castello di bugie costruito da Guarente crollò. I carabinieri acquisirono dei video in cui si poteva vedere Guarente caricare i sacchi neri in macchina. Dopo giorni di resistenza, Guarente ammise parzialmente ciò che aveva fatto, continuando comunque a mentire. Nel frattempo, la Procura di Napoli Nord ricostruì il quadro dell’omicidio. Iniziarono gli scavi a Ponticelli, dove vennero trovate alcune parti del corpo di Vincenzo. I resti furono ritrovati sotto un massetto di cemento, nel punto in cui solitamente si trovava il cane da guardia, anche se alcuni frammenti ossei della testa e di un braccio non furono mai rinvenuti.
Il movente, il luogo del delitto e persino la qualifica dell’omicida mostrano delle similitudini con un altro omicidio commesso da un militare dell’Esercito di Parete che ha confessato di aver ucciso a coltellate uno spacciatore di Aversa. Questi eventi mostrano ancora una volta la violenza e la brutalità che possono essere presenti nella società, ma anche l’importanza delle indagini e della giustizia nel portare alla luce la verità e punire i colpevoli.