Il legale del chirurgo che ha operato la giovane di Napoli, Alessia Neboso, ha parlato per la prima volta davanti alle telecamere de La Vita in Diretta – il programma di Rai 1 – sostenendo che il dottore non è responsabile della sua morte.

Secondo il legale, il chirurgo non è mai intervenuto durante l’intervento chirurgico e ha iniziato a occuparsi del caso solo successivamente, il 20 settembre. Non ci sarebbe quindi alcun coinvolgimento nella morte della donna. Inoltre, il legale ha affermato che la paziente ha contattato il dottore con una videochiamata e che questi le ha prescritto dei farmaci per alleviare il dolore legato al drenaggio. Nonostante fosse la festa del Patrono, la clinica è stata aperta per far visitare la paziente.

Dopo essere stata visitata dalla dottoressa che l’ha operata, Alessia viene rimandata a casa ma il mattino seguente torna in clinica. Il dottore che assiste il legale afferma che ha suggerito di ricoverarla immediatamente in pronto soccorso. La struttura più vicina con un pronto soccorso era una clinica, ma i parenti di Alessia avrebbero detto al dottore di decidere lui, di fidarsi di lui. Oggi, i parenti chiedono giustizia e sono scettici sull’operato del chirurgo, ma il legale ribadisce che non ha commesso errori.

Alessia Neboso aveva 21 anni. È morta a causa di una grave infezione ai polmoni dopo nove giorni di agonia seguiti all’operazione al seno eseguita in una struttura privata di Napoli, chiusa dall’Asl dopo un’ispezione che ha rilevato criticità.

Alessia lavorava come estetista e viveva a San Pietro a Patierno, un quartiere alla periferia di Napoli. Si è sentita male a casa la sera dell’11 settembre, dopo essere tornata dalla clinica. Le sue condizioni sono peggiorate rapidamente, fino al ricovero in un’altra struttura sanitaria ad Acerra, nel napoletano, dove i medici hanno fatto tutto il possibile per salvarla, senza successo. Pare che i suoi reni fossero compromessi e che avesse difficoltà a respirare.

Dopo la denuncia dei familiari, è stato aperto un fascicolo di indagine e l’autopsia avrà il compito di fare luce sulle cause della morte della ventunenne e sul possibile legame con la procedura seguita per la mastoplastica.

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