Promiscuità tra pazienti positivi e non Covid al Ruggi. Questa è la situazione che si sta verificando al pronto soccorso di via San Leonardo, dove si segnala una criticità nella gestione dei pazienti in attesa di esami diagnostici e di posti letto per il ricovero successivo. La Cisl Fp ha evidenziato questa problematica in una nota indirizzata alla direzione strategica.
Al pronto soccorso si presentano pazienti che necessitano di effettuare una delle due Tac che si trovano accanto al reparto. Tra di loro ci sono pazienti della Neuroradiologia colpiti da ictus, pazienti oncologici, quelli provenienti dalla Rianimazione, immunodepressi e molti altri. Si tratta quindi di persone fragili che si trovano a contatto con pazienti positivi al Covid e che potrebbero essere esposte a un serio rischio di contagio, considerando anche le loro già precarie condizioni di salute.
Questa situazione mette a rischio sia i pazienti in attesa di cure che il personale sanitario che lavora nel reparto. È necessario potenziare l’area dell’emergenza-urgenza, l’area diagnostica e il servizio malattie infettive. Questo potenziamento non riguarda solo l’incremento del personale sanitario, ma anche l’implementazione di modelli operativi diversificati che rendano più efficienti le dinamiche sanitarie.
Attualmente, al Ruggi, ci sono solo 7 medici tra pronto soccorso e osservazione breve intensiva, mentre ne sarebbero necessari almeno 25. Questo evidenzia le difficoltà organizzative del pronto soccorso, che non riesce a soddisfare le esigenze di un numero sempre crescente di pazienti che si rivolgono all’ospedale.
È necessario sedersi tutti a un tavolo, con i numeri alla mano, per trovare soluzioni alle esigenze della città e delle aree circostanti, tenendo conto anche della vocazione turistica del territorio. Inoltre, il blocco delle assunzioni ha causato un innalzamento dell’età media del personale e ha creato un fenomeno di “gobba pensionistica”. Questo fenomeno, sebbene coinvolga tutto il personale sanitario, è particolarmente minaccioso per i profili professionali che sono già carenti.
Il reparto del pronto soccorso non è molto appetibile per i giovani, e quelli che rimangono sono costretti a fare salti mortali per garantire il servizio, tra le comprensibili proteste dei pazienti in attesa e le difficoltà evidenti degli operatori sanitari. È necessario trovare soluzioni a lungo termine per migliorare la situazione e garantire un servizio adeguato a tutti i pazienti che si rivolgono al pronto soccorso.