“Le persone perbene dovrebbero essere tranquille e felici. Chi è preoccupato è un problema suo, di certo non è una mia preoccupazione”. Così Nicola Gratteri risponde alla dura lettera firmata dalla Camera Penale di Napoli sulla sua nomina a capo della Procura partenopea. Durante un evento a Sorrento, Gratteri ha risposto con calma alla lettera polemica e si è mostrato disponibile al dibattito. “Ognuno è libero di dire ciò che pensa – ha detto Gratteri – e sarà giudicato per la sua storia, per quello che ha fatto, per quello che non ha fatto e per quello che ha predicato”. Sulle difficoltà e gli scontri con i penalisti in Calabria, il neo procuratore di Napoli ha aggiunto: “Io sono stato il felice procuratore di Catanzaro e spero di essere il felice procuratore di Napoli. Non vado dietro a chiacchiere, pettegolezzi e discorsi da bar. Io sono un tecnico. Vengo a Napoli a mettere a disposizione la mia energia, la mia storia e il mio lavoro”.

Il lavoro di Gratteri nel distretto giudiziario di Napoli affronta una serie di problematiche, non solo la camorra, secondo il procuratore: “Devo ancora entrare in ufficio, parlare con colleghi e poi insieme faremo una sintesi. Non ci sono priorità. Per me tutti i reati sono importanti: dal balcone abusivo agli omicidi, al traffico internazionale di stupefacenti. Sono stato scelto per questo incarico e metterò le mie energie, le mie esperienze e le mie conoscenze per rendere il territorio più vivibile. A Napoli cercherò di creare una squadra come avevo fatto a Catanzaro, dove c’erano i migliori investigatori d’Italia. Qualcuno è già arrivato qui a Napoli, come il questore Maurizio Agricola. Spesso con i sostituti in ufficio mangiamo anche. E la mia porta è sempre aperta”.

Dopo la lettera della Camera Penale di Napoli, la Giunta esecutiva sezionale dell’Anm del Distretto di Napoli ha sottolineato di non condividere “i toni e le parole utilizzati dalle Camere penali di Napoli. In questo momento storico in cui quotidianamente si verificano nel circondario episodi di inaudita violenza che fanno registrare la morte di giovani e innocenti vittime della criminalità più che mai è necessario un clima di serenità nel lavoro quotidiano di tutti i protagonisti del mondo giudiziario. Auspichiamo, pertanto, che le espressioni dure rivolte al neo procuratore Gratteri non siano foriere di pregiudizi del tutto ingiustificati verso il nuovo capo della Procura di Napoli e che i rapporti tra la magistratura e l’Avvocatura proseguano nel rispetto del garbo istituzionale sino ad ora mantenuto”.

Durante l’evento a Sorrento, Gratteri ha affrontato il tema della dipendenza e delle nuove droghe: “Io sono da sempre contrario alla legalizzazione. Anzi, invito studenti, insegnanti e dirigenti scolastici: portate i ragazzi nelle comunità terapeutiche per chiedere ai tossici come hanno iniziato, perché sono lì e se sono favorevoli o meno alla legalizzazione. Quelle due ore sostituiscono giornate intere di convegni”. Ha anche parlato dei detenuti tossicodipendenti: “Molti ragazzi detenuti che hanno commesso reati a causa delle droghe devono essere aiutati e guidati a scegliere una alternativa al carcere, optando per una comunità per provare a disintossicarsi. Farei uscire più detenuti possibili dal carcere, li convincerei ad andare in comunità. È vero, su dieci almeno uno o due scappano, ma li catturiamo”. Infine, ha parlato della camorra: “La camorra non è solo chi spaccia e chi porta la droga nelle piazze. Qualcuno ci va in Colombia o in Spagna ad acquistarla. Qualcuno sicuramente fa riciclaggio di quei soldi. Bisogna vedere un’altra camorra, non solo quella narrata”.

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