Il giudice monocratico del Tribunale di Benevento, Graziamaria Monaco, ha assolto Vincenzo D’Onofrio, ex custode del cimitero di Arpaia, accusato di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. L’uomo era stato arrestato nel settembre 2022, quando dei carabinieri si erano recati a casa sua per notificargli un atto di confisca di un autoveicolo. D’Onofrio, per evitare la confisca, aveva preso un coltello dalla cucina e minacciato i militari, arrivando anche a minacciare di autolesionarsi. Successivamente, era fuggito dall’abitazione e aveva rivolto insulti e minacce ai carabinieri vicino all’auto che dovevano sequestrare. Durante l’udienza di convalida, D’Onofrio era stato scarcerato.
Il giudice Monaco ha accolto la tesi degli avvocati difensori, Vittorio Fucci e Cosimo Servodio, e ha pronunciato la sentenza di assoluzione. La decisione è stata presa anche tenendo conto dello stato di capacità di D’Onofrio. Questo significa che il giudice ha valutato l’atteggiamento dell’imputato durante il processo e ha ritenuto che non ci fossero prove sufficienti per dimostrare la sua colpevolezza.
L’assoluzione di D’Onofrio solleva diverse questioni. Da un lato, si potrebbe discutere se la sua reazione sia stata eccessiva o giustificata, considerando che stava cercando di evitare la confisca del suo veicolo. D’altro canto, si potrebbe anche dibattere sul modo in cui i carabinieri hanno gestito la situazione e se hanno agito correttamente durante l’intera vicenda.
In ogni caso, la sentenza di assoluzione sottolinea l’importanza di un’adeguata valutazione delle prove e delle circostanze in un processo penale. Il giudice Monaco ha ritenuto che non ci fossero elementi sufficienti per dimostrare la colpevolezza di D’Onofrio e ha quindi deciso di assolverlo. Questo caso ci ricorda che la giustizia deve essere basata su prove solide e che ogni imputato ha il diritto di difendersi in modo adeguato durante il processo.
Ora spetta alle parti coinvolte decidere se fare appello alla sentenza o se accettarla definitivamente. Nel frattempo, D’Onofrio potrà tornare alla sua vita quotidiana, sperando che questa vicenda sia definitivamente risolta.