Rifiuti speciali abbandonati in strada, nelle campagne pugliesi e persino nel parcheggio di un supermercato. È stata stimata dai carabinieri del Noe di Salerno uno smaltimento illecito di circa settemila tonnellate attraverso i roghi, l’interramento e l’occultamento in aree agricole e capannoni industriali. Queste azioni avrebbero consentito agli indagati di trarne un ingiusto profitto per un importo stimato in circa un milione di euro. Tra i nomi degli indagati spunta anche quello di Generoso Roma, un imprenditore di vecchia data di Trentola Ducenta, già coinvolto in vicende legate al clan dei Casalesi. Le somme così ottenute, al fine di occultarne la provenienza illecita, venivano poi sottoposte dagli indagati a illecite operazioni finanziarie di riciclaggio.

Sono cinquantatré gli indagati (tra persone fisiche e giuridiche), undici i provvedimenti cautelari emessi dal gip del tribunale di Roma su richiesta della procura distrettuale Antimafia capitolina: la retata ha colpito anche tre casertani, tra cui Domenico D., di 62 anni, di Cervino (ma residente a Maddaloni) e di professione trasportatore, Maurizio R., di 42 anni, di Presenzano e l’uomo considerato il “re” dei rifiuti nel casertano, Generoso Roma, di 75 anni, di Trentola Ducenta, l’unico dei tre indagati arrestati e ora ai domiciliari. Molti destinatari dell’ordinanza sono di Battipaglia, Isernia e Venafro. Nell’ordinanza emerge che gli indagati dovevano smaltire rifiuti. Sono stati ipotizzati reati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, riciclaggio e autoriciclaggio, gestione illecita di rifiuti e realizzazione di discarica abusiva a carico di imprenditori, titolari di aziende di trasporto e società di intermediazione operanti nel settore della gestione dei rifiuti.

Nel Salernitano è coinvolto anche l’imprenditore Morgan Meluzio, amministratore della Rifiuti Zero, per il quale è stata emessa la custodia cautelare in carcere. È indagata anche una donna, responsabile della filiale battipagliese della stessa società, la cui sede è invece a Castellammare di Stabia. Mentre ai domiciliari finisce un altro salernitano, di San Marzano sul Sarno, Paolo Migliaro. Il blitz è scattato nelle province di Napoli, Milano, Roma, Brindisi, Isernia, Chieti, Caserta, Frosinone e Salerno. L’inchiesta è nata da due denunce-querele presentate da una società di intermediazione rifiuti e, successivamente, da una seconda ditta individuale. In particolare, a ratificare l’ipotesi di illecito trasferimento di rifiuti è stato il legale rappresentante del Consorzio, che si era trovato, con una cessione di ramo d’azienda, a subentrare in un’attività di intermediazione dei rifiuti condotta da un’altra società che aveva volturato nei suoi confronti tutti i contratti con i clienti, gli intermediari e i siti di destinazione finale dei rifiuti.

All’inizio sembrava tutto regolare, fino a quando non è stato segnalato che un carico di rifiuti non era arrivato a destinazione: il timbro e la firma per accettazione sul documento di consegna erano falsi. È così che è stato ritrovato a Sora un capannone industriale colmo di rifiuti speciali in balle. Da lì, l’inchiesta che ha portato al blitz.

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