Processo per traffico di donne moldave in Italia: l’istruttoria è iniziata ieri davanti ai giudici della Corte di Assise di Salerno. Un anno fa, i carabinieri di Vallo della Lucania hanno effettuato un blitz che ha portato all’apertura del caso, coinvolgendo una donna del luogo ritenuta la mente criminale di un’organizzazione che impiegava illegalmente donne moldave come badanti in cambio di denaro.

Attualmente, la donna è agli arresti domiciliari, il suo compagno ha il divieto di dimora, mentre il figlio è stato denunciato a piede libero. Anche un cittadino rumeno, considerato parte dell’organizzazione, ha il divieto di dimora.

Secondo le indagini dei carabinieri coordinati dalla Dda di Salerno, l’organizzazione facilitava l’ingresso illegale in Italia di donne moldave. Gruppi di 40-50 donne venivano periodicamente condotti nel Paese tramite autobus, con destinazione Agropoli e Vallo della Lucania. Una volta arrivate, le donne venivano impiegate come badanti presso famiglie del Cilento. Ogni rapporto di lavoro prevedeva un compenso di circa 200 euro, detratte dalla prima mensilità delle lavoratrici.

I reati contestati vanno dall’associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento e sfruttamento dell’immigrazione clandestina alla permanenza illegale di cittadine straniere sul territorio nazionale. Uno degli imputati è accusato anche di estorsione.

Durante l’udienza, alcuni carabinieri hanno testimoniato, rivelando dettagli delle operazioni di servizio in cui hanno osservato l’arrivo degli autobus e l’assegnazione delle donne moldave da parte della coppia. In diverse occasioni, gli autobus sono stati fermati lungo il tragitto, permettendo l’identificazione dei passeggeri. In uno di questi episodi, gli investigatori hanno notato uno straniero che cercava di consegnare passaporti alle straniere. In un successivo controllo, tre ragazze precedentemente identificate sull’autobus erano in compagnia dei soggetti finiti a processo.

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