Nuove violenze nel carcere di Ariano Irpino hanno portato a un’aggressione da parte di un detenuto ai danni di tre poliziotti. Il detenuto ha danneggiato la postazione del personale penitenziario e successivamente ha attaccato i tre poliziotti che cercavano di calmarlo. Ha colpito violentemente un sovrintendente con calci e pugni, utilizzando anche una forbicina con cui ha ferito leggermente un secondo poliziotto. Un terzo agente è stato colpito con una manata in faccia. Il sovrintendente ha riportato diverse ferite e ha dovuto essere trasportato in ospedale, mentre gli altri due poliziotti hanno riportato contusioni ed escoriazioni.

Anche nel carcere di Ariano Irpino, come nel carcere di Avellino, gli eventi critici sono all’ordine del giorno. Un mese fa, un agente è stato brutalmente picchiato da due detenuti napoletani che volevano essere trasferiti in un altro istituto penitenziario. Nonostante le botte ricevute, l’agente è riuscito a evitare che i due detenuti gli sottraessero le chiavi della sezione detentiva. Qualche settimana prima, un detenuto napoletano è morto dopo essersi ferito gravemente al braccio, recidendosi un’arteria. Sono frequenti anche i tentativi di introdurre droga nel carcere del Tricolle. Un mese fa, è stato intercettato un drone che trasportava un chilogrammo di hashish, ma si è schiantato contro un albero. Inoltre, qualche settimana prima, è stato rinvenuto un pacco contenente 950 grammi di hashish, 215 grammi di cocaina e 25 cellulari. I detenuti hanno anche protestato, scioperando della sete a causa dell’aumento del costo delle bottigliette d’acqua. La situazione si è risolta in pochi giorni grazie all’attenzione della direzione e dell’amministrazione penitenziaria regionale.

Sull’aggressione ai poliziotti, l’organizzazione sindacale Sappe è intervenuta comunicando la notizia. La segretaria regionale Tiziana Guacci ha spiegato che da mesi l’organizzazione lotta a favore dei poliziotti penitenziari, rivendicando il loro ruolo e denunciando normative troppo blande per i delinquenti. Secondo la segreteria regionale del Sappe, le sanzioni disciplinari comminate ai detenuti più turbolenti non sono efficaci. Nonostante l’apertura di un isolamento disciplinare, che ospita solo tre celle, la sezione ex art. 32, destinata ai detenuti che disturbano l’ordine e la sicurezza interna, è ancora chiusa. Ciò comporta che spesso le sanzioni disciplinari non vengono eseguite. L’organizzazione è stanca di subire questa situazione di indulgenza a discapito della polizia penitenziaria.

Il segretario generale dell’organizzazione, Donato Capece, esprime solidarietà agli agenti aggrediti e chiede al provveditore regionale delle carceri campane di intervenire urgentemente sulla gestione dei detenuti stranieri, dei malati psichiatrici, sulla riorganizzazione degli istituti e sulla riforma della media sicurezza nella regione Campania. Capece ritiene necessario adottare restrizioni immediate per contenere soggetti violenti e pericolosi.

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