“Presunte false revisioni: il maresciallo dei carabinieri conferma le irregolarità”

Durante il processo a 64 persone accusate di presunte false revisioni nei centri di San Nicola la Strada, Marcianise, Casapulla, Vitulazio e Sessa Aurunca, il maresciallo dei carabinieri che ha condotto le indagini ha testimoniato che in alcuni casi le auto non entravano nemmeno in officina.

L’ufficiale ha confermato davanti al giudice Antonio Riccio del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che questa circostanza è emersa soprattutto per il centro di revisioni di San Nicola la Strada. Grazie al confronto con le comunicazioni al Ced (Centro Elaborazione Dati) della Motorizzazione e alle immagini di una telecamera di un esercizio commerciale adiacente, i carabinieri hanno verificato che in diversi casi le auto non venivano effettivamente portate in officina.

Per quanto riguarda gli altri centri di revisione coinvolti nell’inchiesta, le indagini sono state svolte per deduzione. I tempi necessari per una revisione media sono di circa 20-25 minuti, mentre nei centri finiti sotto inchiesta i tempi erano decisamente inferiori. Inoltre, le comunicazioni al Ced avvenivano spesso prima che il “referto” fosse chiuso.

Nella prossima udienza, prevista per metà dicembre, sarà sentito un funzionario della motorizzazione per fare luce su questa situazione. Nel collegio difensivo sono presenti numerosi avvocati che rappresentano gli imputati, tra cui Andrea Piccolo, Gerardo Marrocco, Magda Zerrillo, Pasquale Acconcia, Salvatore Gionti, Lorenzo Caruso, Carmine D’Onofrio, Paolo Di Furia, Domenico Amarando, Luigi Cicala, Mariano Omarto, Nello Di Fratta, Antimo Castiello e Luigi Tecchia.

L’indagine è partita dopo una segnalazione di un concorrente di Andrea Fiscone, che aveva denunciato come nelle officine venissero effettuate revisioni anche su mezzi per cui non erano autorizzate, come motociclette e quad. Il caso era stato anche oggetto di un servizio di Striscia la Notizia, che aveva documentato come la revisione di un’auto con diverse anomalie avesse dato esito regolare. In un altro caso, uno degli agenti provocatori di Striscia era entrato in officina solo con la carta di circolazione e aveva ottenuto il timbro senza alcuna verifica sull’auto.

Gli imputati, provenienti da diverse città come Marcianise, San Nicola la Strada, Maddaloni, Caserta, Macerata Campania, Casapulla, Aversa, Santa Maria Capua Vetere, Francolise, Pignataro Maggiore, San Marco Evangelista, Capodrise, Vitulazio, Capua, Bellona, Camigliano, Caianello, Napoli, San Giorgio a Cremano, Villaricca e Torrecuso, dovranno rispondere delle accuse mosse nei loro confronti.

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