La draga è un macchinario che svolge un’importante funzione nell’escavazione subacquea dei fondali di porti, canali, fiumi o laghi, rendendoli più profondi. Anche a Scafati, la draga ha svolto il suo compito sulle acque del fiume Sarno. La sua inaugurazione avvenne nel 1913/1914, con una grande cerimonia alla quale parteciparono tutte le autorità dell’epoca e numerosi cittadini. Nel 1919, fu chiamato a condurre la draga un napoletano trapiantato a Salerno, Eugenio Del Gaudio, il quale, su ordine del genio civile, dovette trasferirsi a Scafati insieme alla sua famiglia.

La draga era stazionata nella piccola darsena fluviale, ancora visibile in Cortile Cavallaro, a Corso Trieste. Tuttavia, il trasferimento del signor Del Gaudio a Scafati non fu facile. Infatti, l’uomo non accettò bene il provvedimento di trasferimento a causa di una diatriba con una maestra. Secondo la tesi della maestra, Eugenio aveva deliberatamente versato un secchio d’acqua addosso a lei alla stazione ferroviaria di Salerno, dove lui era conduttore di locomotive. La donna lo denunciò e come sanzione, l’uomo fu trasferito a Scafati.

La famiglia Del Gaudio si trasferì a Scafati, in Corso Trieste, lato San Pietro, nel palazzo del dottor Desiderio. Si trovarono ad affrontare una realtà molto diversa da quella cittadina a cui erano abituati, un ambiente più chiuso e che sembrava loro retrogrado. La prima figlia, Anna, non riuscì mai ad adattarsi alla realtà provinciale di Scafati, sia per mentalità che per abitudini relative al modo di vestire e truccarsi. Era particolarmente infastidita dal rumore degli zoccoli, che molte donne indossavano sia d’estate che d’inverno. Insomma, non riuscì proprio ad ambientarsi né a scoprire le bellezze che Scafati e i suoi abitanti offrivano.

Appena raggiunta la maggiore età, Anna emigrò in America. Nel frattempo, Eugenio continuò a pulire il letto del fiume con la draga insieme agli operai chiamati appositamente. I fanghi estratti venivano utilizzati per rinforzare gli argini del fiume. Rimasto vedovo nel 1948, Eugenio andò a vivere con la figlia Elvira e il marito, entrambi operai della Del Gaizo, abbasc’ ‘a funtana. Durante la Seconda Guerra Mondiale, a causa del bombardamento del ponte di San Marzano, la draga rimase bloccata per un lungo periodo.

Attraverso i racconti del Dottor Francesco Donnarumma, sappiamo che durante il lunedì di Pasquetta, un’orchestrina si esibiva sulla draga, suonando i ritmi e le canzoni più popolari dell’epoca. Giovani e meno giovani si recavano sugli argini del fiume per ascoltarla e accompagnavano la musica battendo le mani o ballando.

Eugenio Del Gaudio, nato nel 1865, morì nel 1949. Era un uomo temerario, amante della bella vita e coraggioso. Durante i giorni dei bombardamenti a Scafati, si rifiutava di andare nei rifugi dicendo: “Tanto io sono vecchio, morirò… andate voi, che quando tornate vi farò trovare pronto in tavola”.

La draga rimase presente nel fiume e tornò in servizio negli anni successivi alla guerra, per poi smettere definitivamente la sua opera preziosa dopo qualche tempo. Veniva trasferita su camion quando necessario.

Oggi rimangono solo alcune foto ingiallite e la vecchia darsena sul fiume, ormai in pericolo di crollo. Ci resta la ricostruzione di un pezzo di storia scafatese attraverso i ricordi della signora Annamaria Violante, che ci ha gentilmente concesso due straordinarie foto: una del signor Del Gaudio e una della draga, resa a colori da Pio Puglisi.

Ci sembra di poterla rivedere galleggiare con a bordo un’orchestrina, di poter risentire quelle antiche melodie e di rivedere i nostri avi, giovani e allegri, sulle rive di un fiume dalle acque trasparenti.

Questo articolo è stato pubblicato anche sulla rivista mensile cartacea, disponibile gratuitamente in tutti i punti di distribuzione della città di Scafati.

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