Il 29 settembre del 2020, i carabinieri di Santa Maria di Castellabate hanno risposto a una richiesta di aiuto da parte di una donna anziana e hanno trovato Salvatore Battista e Ciro della Monica all’interno di una Smart Fortwo. La macchina era intestata in modo falso a una persona di Milano. In quell’occasione, il gruppo aveva cercato di truffare la donna anziana chiedendo prima 2.000 euro, poi 5.000. La donna era persino disposta a consegnare loro degli oggetti in oro. Tuttavia, il piano è saltato perché la signora non è rimasta a casa, ma è salita e scesa dal palazzo, facendo rumore. I carabinieri hanno denunciato i due per tentata truffa. Ora risultano essere membri di una gang napoletana che truffava anziani con il metodo dei finti nipoti. Non è stato l’unico caso. Nella stessa giornata, i due hanno commesso un colpo, ma anche un altro è andato male. Le vittime erano tutte persone anziane. La gang aveva già agito nel Salernitano il 3 settembre ai danni di una nonnina di 94 anni di San Cipriano Picentino. Avevano anche agito a San Marzano sul Sarno con la stessa tecnica del finto corriere. La vittima era una donna di 79 anni.

Il fascicolo aperto dai carabinieri di Santa Maria di Castellabate è un capitolo a parte nell’inchiesta che ha portato alla luce i cinque membri della gang. Secondo quanto scritto dal gip del tribunale di Napoli, avevano un’organizzazione perfetta per le loro azioni: un regista che lavorava al telefono, coordinando i truffatori e la vittima, e gli esecutori materiali. In pratica, gli anziani erano sempre tenuti al telefono, in un modo o nell’altro, per evitare che chiamassero i parenti. La prima tentata truffa è avvenuta a San Marco di Castellabate. La vittima era un uomo di 87 anni. Una voce maschile si è presentata come il nipote Giuseppe e gli ha chiesto di pagare 1.500 euro per un acquisto su internet. Tuttavia, l’uomo è riuscito a fare delle telefonate con il figlio e il nipote e ha scoperto il raggiro senza dar seguito alle richieste del truffatore. Il finto nipote gli ha chiesto anche di fare una ricarica sul cellulare, ma l’uomo si è rifiutato. Per essere sicuro che l’uomo chiamasse su quel numero, il truffatore gli ha chiesto di fargli uno squillo quando il pacco fosse arrivato. Il regista ha tenuto l’uomo al telefono per molto tempo, fingendosi anche corriere e chiedendo spiegazioni sulla posizione esatta. Nonostante ciò, l’uomo è riuscito a comunicare con il figlio che gli ha detto di non dare soldi a nessuno, nemmeno al nipote. Subito dopo, la gang ha riprovato a Santa Maria di Castellabate. La truffa questa volta è andata a buon fine, la vittima aveva 66 anni. Stessa tecnica, il nipote Antonio ha chiamato chiedendo 1.500 euro per il pagamento del pacco. La donna ha consegnato la somma al finto corriere. Poco dopo, ha ricevuto una seconda telefonata sempre dal finto nipote, che questa volta ha chiesto 2.000 euro per un altro ordine. Anche questa richiesta è stata soddisfatta dalla donna. Quando il marito è tornato a casa, la donna ha aperto i pacchi e si è resa conto della truffa. A causa del periodo del Covid, non è riuscita a vedere bene il volto del truffatore che indossava una mascherina.

Nelle intercettazioni, i membri della gang parlano di continuo per confondere le vittime. Si spacciano per nipoti, corrieri, società di spedizione. Allo stesso tempo, parlano tra di loro preoccupandosi di avere i mezzi per scappare nel caso in cui “qualcuno chiami le guardie”.

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