Le confessioni del collaboratore di giustizia Salvatore Tamburrino, ex uomo di fiducia di Marco Di Lauro, hanno dato un importante impulso alle indagini sulla potentissima camorra creata da Di Lauro insieme ai Licciardi e alla Vinella Grassi.

L’indagine si concentra sul ruolo di riciclatori e imprenditori del clan del cantante Tony Colombo e della moglie Tina Rispoli, e sui loro legami con Vincenzo Di Lauro.

Sono 41 gli indagati in questa maxi inchiesta condotta dalla Dda di Napoli, e le oltre 1800 pagine dell’ordinanza cautelare firmata dal gip Luca Della Ragione forniscono dettagli inquietanti.

Secondo le rivelazioni del pentito, il supermercato di Vincenzo Di Lauro si trova in un locale di Tina Rispoli, che gestisce i soldi del defunto marito Gaetano Marino. Enzo Di Lauro voleva creare una società con Tina Rispoli, sfruttando anche la visibilità mediatica di Tony Colombo, per promuovere un marchio di abbigliamento chiamato Corleone.

Dopo la morte del marito nel 2012-2013, Tina Rispoli è diventata proprietaria della piazza di spaccio del marito, secondo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia.

Viene anche menzionata l’apertura di una casa discografica a Secondigliano, che è stata oggetto di un attacco della camorra. Secondo Tamburrino, i colpi sparati nella casa discografica di Tony Colombo sono stati effettuati da Gennaro Casaburi, cognato di Vincenzo Rispoli, a causa di una discussione legata al traffico di droga.

Inoltre, ci sono stati incontri tra Vincenzo Di Lauro e elementi di spicco della camorra, come il clan Gionta di Torre Annunziata, all’esterno della casa discografica di Tony Colombo e Tina Rispoli. Il cantante ha chiesto a Di Lauro junior di non andare più lì per paura.

Secondo l’Antimafia, Tony Colombo e Tina Rispoli hanno fornito un “contributo consapevole” al clan Di Lauro, soprattutto nella gestione del marchio di abbigliamento Corleone, registrato dal cantante ma stampato e distribuito da Vincenzo Di Lauro attraverso il negozio “Different 360” di Secondigliano.

Le indagini hanno anche rivelato un coinvolgimento di Tony Colombo e Tina Rispoli nel sequestro di un carico di sigarette di contrabbando ad Acerra nel dicembre 2018. Le chat tra i due indicano la loro preoccupazione per il sequestro e la perdita economica che ne è derivata.

Secondo gli investigatori, Tony Colombo è stato una figura centrale nella creazione del marchio di abbigliamento, di cui è il depositario, e Di Lauro ha partecipato finanziariamente non solo distribuendo i prodotti attraverso il negozio, ma anche finanziando la stampa del marchio sui capi di abbigliamento.

Inoltre, è emerso che Tony Colombo e Tina Rispoli hanno finanziato le attività economiche legali e illegali del clan Di Lauro, fornendo un contributo consapevole all’associazione criminale.

Le indagini hanno anche rivelato che Vincenzo Di Lauro utilizzava la casa discografica di Tony Colombo come punto di riferimento per incontri riservati con esponenti di altre organizzazioni criminali.

Tina Rispoli, da parte sua, è detentrice di notevoli fortune economiche grazie alla rendita di posizione ottenuta come vedova di Gaetano Marino, uno dei fondatori del clan Marino. È proprietaria di numerosi beni immobiliari e finanziari fin dal periodo in cui suo marito era a capo del clan, e ha cercato di sfruttare queste risorse attraverso diverse iniziative economiche.

In conclusione, le confessioni del collaboratore di giustizia hanno svelato nuovi dettagli sul coinvolgimento di Tony Colombo, Tina Rispoli e Vincenzo Di Lauro nella camorra, mettendo in luce il loro ruolo di riciclatori e imprenditori per il clan criminale.

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