Una tragedia ha colpito la cittadina di Grottaminarda, sulla strada Corso Vittorio Veneto. Ivan Kantesedal è stato ucciso sabato sera da Angelo Girolamo, che ha sparato diversi colpi di revolver calibro 38. Sul marciapiede, dove è avvenuto il tragico evento, qualcuno ha lasciato una candela e delle rose in memoria di Ivan, in attesa dei funerali che si terranno dopo l’autopsia.

Coloro che conoscevano bene Ivan contestano le voci che lo dipingono come un attaccabrighe poco raccomandabile. In particolare, i suoi colleghi di lavoro presso il Centro per anziani di Grottaminarda, dove lavorava come Operatore Socio Sanitario, lo descrivono come un lavoratore instancabile, affidabile e corretto. Piangono la sua morte e non riescono a comprendere una fine così brutale.

E non sono gli unici. L’Associazione “Ucraini Irpini” ha espresso solidarietà ai familiari di Ivan tramite un comunicato stampa. Ivan lascia un figlio di 14 anni che vive a Modena con la madre, una compagna che viveva con lui a Grottaminarda e la madre, che si è stabilita nella città da diversi anni.

“L’Associazione Ucraini Irpini si unisce ai familiari di Ivan – si legge nella nota – Accendiamo una candela in sua memoria. Nulla può giustificare un omicidio, una crudeltà, un’aggressione. Siamo disponibili a fornire qualsiasi supporto ai suoi cari in Italia e anche in Ucraina, che non potranno partecipare al funerale. Sappiamo che questo assassino non ha nulla a che fare con il popolo Irpino, da sempre generoso e pronto a sostenere i più deboli, a cui ci sentiamo di appartenere da tempo”.

La comunità di Grottaminarda ha dimostrato il suo senso di solidarietà anche nei momenti successivi al delitto. A parte alcuni individui che hanno pensato di filmare l’uomo agonizzante per poi diffondere il video, diverse persone si sono affrettate a prestargli soccorso. Le prime ad intervenire sono state le dottoresse della farmacia di fronte al luogo del crimine, seguite dal sindaco Marcantonio Spera, che, in quanto medico, si è fermato per offrire il suo supporto e ha anche parlato con l’assassino invitandolo a posare l’arma.

Nel frattempo, Angelo Girolamo, che si è consegnato spontaneamente ai carabinieri e non si è mai allontanato dalla scena del delitto, rimane in carcere ad Ariano Irpino. La sua versione fornita al giudice durante l’interrogatorio di convalida non è stata ritenuta credibile, e la premeditazione del crimine è ancora contestata. Saranno effettuati ulteriori approfondimenti per fare luce sulla vicenda.

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