L’acquisto dell’hotel Raito è stato al centro di una vicenda giudiziaria che ha visto come protagonista Antonio Delle Cave. La Corte di appello di Salerno ha confermato la sentenza di assoluzione, già formulata in primo grado, per colui che Francesco Soglia aveva identificato come l’accompagnatore di due persone armate che lo avevano minacciato di non partecipare all’asta per l’acquisto dell’hotel Raito a Vietri sul Mare.
La magistratura salernitana aveva inizialmente accusato Delle Cave di estorsione aggravata dal metodo mafioso, in concorso con un altro imprenditore ritenuto il mandante. Tuttavia, la procura non ha presentato appello per quest’ultimo. Anche i giudici d’appello hanno ritenuto valide le argomentazioni dei colleghi di primo grado, che non avevano creduto alla testimonianza di Francesco Soglia, considerando il suo racconto poco attendibile.
Al momento dei fatti, Soglia era ancora proprietario del Baia hotel e gestiva anche l’hotel Raito tramite la società “Soglia Service”, grazie a un contratto di affitto con la curatela. Soglia aveva intenzione di diventarne il proprietario partecipando all’asta di vendita della struttura alberghiera, ma il suo improvviso cambio di idea insospettì gli inquirenti che aprirono un’inchiesta sulla vendita dell’hotel Raito, aggiudicato all’imprenditore Fedele Ragosta per 6 milioni di euro dopo tre tentativi andati a vuoto.
La testimonianza di Soglia, che aveva dichiarato di essere stato minacciato, ha acceso i riflettori sulla vicenda. Tuttavia, i processi di primo e secondo grado hanno concluso con l’assoluzione di Delle Cave per non aver commesso il fatto.
Questa vicenda ha suscitato grande interesse e ha sollevato interrogativi sulla regolarità della vendita dell’hotel Raito. Nonostante l’assoluzione di Delle Cave, restano ancora molte domande senza risposta e la vicenda potrebbe continuare a tenere banco nel dibattito pubblico.