Lo schema di truffa descritto nell’articolo è purtroppo molto comune: proposte di investimento che si rivelano essere solo un modo per far sparire i risparmi delle persone. Tra le vittime di questa truffa c’è anche una casalinga salernitana, oggi ottantaduenne, che ha dichiarato di aver consegnato tutta la sua eredità milionaria, 5 milioni di euro, a un romano di 51 anni che si presentava come broker (in passato si era anche spacciato come organista del Papa Ratzinger e arcivescovo). Così Massimiliano Muzzi è stato processato con l’accusa di aver costituito e fatto parte di un’associazione criminale finalizzata alla truffa e all’appropriazione indebita. Per convincere l’anziana donna a consegnargli i soldi, Muzzi la corteggiava e le faceva molti regali. Si incontravano quasi ogni giovedì e lui la portava in luoghi romantici come un castello ad Arezzo. Dopo aver capito di essere stata truffata, la donna ha cercato di rintracciare Muzzi nella scuola di musica dove insegnava ad Avellino, ma senza successo.

I soldi accumulati dalle truffe sarebbero stati versati su due fondi esteri fittizi, Pegasus Royal e Pegasus Gold, e poi accreditati sui conti aperti da Muzzi presso la Investec Bank delle Mauritius. Ai truffati venivano proposti investimenti inesistenti, acquistando i fondi Pegasus dalla società inglese Lux Finance, che è in liquidazione dal 2016. Il denaro veniva poi utilizzato per avviare attività tra Roma, l’Umbria e la Toscana. Muzzi, che era un organista e maestro di musica, aveva anche fondato una congrega religiosa e si era spacciato per arcivescovo abate. Si era anche nominato barone Max di Montecristo of Strichen (probabilmente per un altro raggiro) e infine organista ufficiale di Ratzinger.

Oltre alla signora salernitana, ci sono altre vittime secondo l’accusa. Un ottantenne di Perugia ha perso 190.000 euro, pensando di far fruttare i suoi soldi investendoli tramite la Lux. Una casalinga toscana, che non aveva mai incontrato Muzzi, ha invece investito 100.000 euro. Alcuni dei truffati sono stati ascoltati per la prima volta durante il processo. Sperano di poter recuperare almeno una parte dei soldi persi.

Le indagini sono state avviate dalla Consob, in collaborazione con la Guardia di Finanza, dopo un’ispezione nei confronti di alcuni promotori finanziari che offrivano investimenti gestiti dalla Lux Finance, che è risultata essere collegata a Muzzi. Dopo ulteriori approfondimenti e con l’apertura di un’inchiesta della Procura di Roma, si è scoperto che l’uomo era a capo di un’organizzazione criminale che aveva commesso una frode di grandi dimensioni, avvalendosi di una rete di promotori. La vicenda è iniziata nel 2016, ma le sue origini risalgono molto prima.

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